Blutec, la Procura di Termini Imerese apre un’inchiesta Fiom: «È stata la Fiat a portarla, ora decida cosa fare»

Dopo la perquisizione negli scorsi giorni negli uffici della Blutec da parte della guardia di finanza, ora è ufficiale: la Procura di Termini Imerese ha aperto un’inchiesta sull’azienda che ha rilevato l’ex stabilimento Fiat. Faldoni e materiale informatico, soprattutto, nelle mire del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanzia, che hanno agito su richiesta della procura diretta dal magistrato Ambrogio Cartosio. Pare che sotto la lente degli inquirenti sia finito il piano di rilancio industriale proposto da Blutec, che i sindacati hanno da sempre ritenuto insufficiente per ricollocare tutti gli ex mille lavoratori, tra ex lavoratori Fiat e indotto, che dal 2011 sono rimasti aggrappati agli ammortizzatori sociali. Sotto osservazione anche la sorte del finanziamento da 21 milioni di euro che Blutec aveva ottenuto da Invitalia e la cui restituzione è stata definita soltanto all’ultimo incontro ministeriale del 4 ottobre. Anche se, come recita il verbale di quell’incontro, «si attende di completare l’iter autorizzativo del ministero. Senza questa autorizzazione non è possibile completare l’iter già avviato per il nuovo contratto di sviluppo ed il finanziamento del nuovo piano industriale». 

Proprio a quell’incontro, d’altra parte, «il rappresentate dell’azienda (l’amministrato delegato Cosimo Di Cursi … ndr), ha fornito un aggiornamento sulla situazione dello stabilimento, in particolare ha comunicato che il progetto Doblò Elettrico e Ibrido prevede l’avvio della produzione nel mese di dicembre 2018 e la conseguente occupazione di circa 250 dipendenti». Promesse che però non avevano soddisfatto i sindacati, i quali avevano «lamentato che ad oggi non c’è coincidenza tra il piano di rioccupazione e la realtà».

C’è da capire innanzitutto se, dopo la notizia dell’inchiesta, Blutec saprà confermare l’avvio dei primi progetti. E resta il fatto che nel verbale dell’incontro a Roma del 4 ottobre non si è discusso delle visite della guardia di finanza. L’apertura dell’inchiesta della procura di Termini arriva in ogni caso dopo la definizione dell’accordo con il quale Blutec ha promesso di restituire in più tranche i 21 milioni di euro ad Invitalia, dunque al governo. «Ci auguriamo che l’indagine non determini ulteriori problemi nel processo di riconversione industriale dei 700 lavoratori ex Fiat e dei 300 dell’indotto – dice Roberto Mastrosimone, segretario generale della Fiom Sicilia – Noi di sicuro non faremo un passo indietro. Sappiamo che si deve sempre passare da Fca e dal Mise. Voglio ricordare che quando il 22 dicembre del 2014 firmammo, sempre a Roma, l’accordo con Blutec noi manco conoscevamo l’azienda. Blutec insomma l’ha portata la Fiat, accompagnata dall’allora viceministro De Vincenti, dicendo che per lei era un’azienda importante. Se ora Blutec non è in grado di reggere la produzione dello stabilimento, o da sola o con eventuali collaborazioni, allora deve essere Fca a capire se vuole rimpinguare le commesse. È lei a dare le carte». 

Intanto, come ricorda ancora Mastrosimone, i tempi restano brevi. «Il 31 dicembre scadono gli ammortizzatori sociali – fa notare il sindacalista – e il governo ha annunciato la proroga di questi per un anno. Intanto convochi i sindacati e facciamo in tempi rapidi l’accordo, per garantire almeno un altro anno di ossigeno agli ex lavoratori».  Sulla vicenda si è espresso anche il sindaco Francesco Giunta. «Continua purtroppo l’odissea dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese – dice il primo cittadino termitano – Quella giudiziaria è solo l’ultima tegola della controversa vicenda Blutec. Non intendiamo rassegnarci e dal vice premier Luigi Di Maio ci aspettiamo un segnale concreto: si occupi di questa pratica in prima persona, venga a Termini Imerese per presiedere un tavolo che sblocchi questo stallo e fermi questa agonia».

Giunta segnala poi che «l’accordo Blutec-Invitalia non si e’ ancora definito e quindi non sono state ancora corrisposte le rate del piano di rientro e il nuovo piano non può ripartire fino a quando non si chiude il vecchio. Ho chiesto al governo di ricercare nuove manifestazioni di interesse al fine di affiancare Blutec o sostituirla – conclude il sindaco – visto che l’azienda ad oggi non sembra in grado di sostenere, contestualmente, il piano di rientro con Invitalia e il nuovo accordo di programma che prevede investimenti per lo sviluppo».

Andrea Turco

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