«In questi giorni ci è arrivata notizia della convocazione al ministero: speriamo si chiuda la partita degli ammortizzatori sociali e che si faccia chiarezza sul ruolo di Blutec. Ci auguriamo che il 13 possa essere una giornata di svolta rispetto a questa vertenza». Dopo la visita del ministro Luigi Di Maio a Termini Imerese e l’annuncio davanti ai cancelli di Blutec, arriva finalmente la convocazione fissata per il 13 novembre alle 10 al Mise. Ad annunciarlo è il segretario della Fiom Cgil Sicilia Roberto Mastrosimone che, assieme ai rappresentanti delle altre sigle sindacali, siederà allo stesso tavolo per affrontare i nodi del progetto di rilancio del polo industriale palermitano, mai realmente decollato. Non è ancora chiaro, tuttavia, se proprio il ministro dello Lavoro e dello Sviluppo economico sarà presente all’incontro non avendo mai partecipato, fino a oggi, ai precedenti confronti.
«Noi abbiamo chiesto espressamente la presenza del ministro del Lavoro a quel tavolo – racconta Mastrosimone – visto che oltre alle questioni di natura industriale, rimane tutta da definire la question degli ammortizzatori sociali». Attualmente, infatti, su circa mille lavoratori rimasti dopo l’addio dell’azienda del Lingotto, solo 135 sono stati riassorbiti da Blutec, mentre altri 560 operai sono in cassa integrazione (in totale 700 ex Fiat), a cui si aggiungono i 300 licenziati dell’indotto. «Su questo punto abbiamo sollecitato che il 13 ci sia anche Di Maio per chiudere la partita del rinnovo della casa integrazione e definire anche la questione relativa dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali per i lavoratori dell’indotto, per i quali il 31 dicembre scade la mobilità in deroga».
Un passaggio delicato che richiede una modifica della norma che attualmente, per coloro che escono della Naspi, non prevede alcuna deroga: si tratta di circa 65 lavoratori (44 Ssa e 20 Manital). «Anche per loro – ribadisce Mastrosimone – chiediamo la possibilità di un rinnovo a partire dal prossimo anno». L’altro nodo fondamentale al centro dell’incontro riguarderà il ruolo di Blutec per il futuro di Temini: come ha più volte ripetuto il ministro, l’azienda dovrà dimostrare di mantenere le promesse fatte in questi anni nel rapporto con Fca (per quanto riguarda la conversione all’elettrico di veicoli commerciali) o, in caso contrario, si procederà all’ingresso di altri soggetti. «Su questo punto Di Maio è stato chiaro – aggiunge – Blutec deve dimostrare di avere basi solide. Noi ci attendiamo molto rispetto a questi due passaggi fondamentali».
Un ultima questione riguarda il possibile ruolo di Fca: il vice premier nel corso della sua visita lampo ha assicurato che il «governo avrebbe richiamato Fca alle sue responsabilità», ma ancora non è chiaro in che modo lo farà. E, a complicare ancora di più le carte, la recente cessione del gruppo Magneti Marelli che prende la strada del Sol Levante. Fiat Chrysler Automobiles ha siglato oltre 10 giorni fa un accordo definitivo per la cessione del business della componentistica per autoveicoli Magneti Marelli a CK Holdings, holding di Calsonic Kansei, uno dei principali fornitori giapponesi di componentistica per autoveicoli.
Un passaggio che potrebbe rimescolare le carte anche in vista della tanto annunciata produzione di veicoli elettrici nel Palemitano a partire proprio dal rapporto con Fca. «Una cessione che impensierisce a prescindere sia per le ricadute su Termini si per l’attività industriale in sé in Italia – riflette Mastrosimone – perché significa che Fca fa a meno di un’attività fondamentale per il futuro di questa azienda. È chiaro che si continua a non intervenire su quelle che possono essere le strategie di Fca nel Paese. Già noi ne paghiamo le conseguenze da più di 10 anni – conclude – scelte che penalizzano la nostra presenza industriale in Italia e nel settore automotive».
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