Cronaca

Blitz Etna, i 19 indagati dovranno andare a processo Da Russo Morosoli alle guide dell’affaire parentopoli

Tutti rinviati a giudizio. I 19 indagati per i quali la procura di Catania aveva confermato le accuse dovranno presentarsi in aula il 7 maggio 2020 per la prima udienza del processo Aetna. Dopo l’udienza preliminare di ieri, questa mattina il giudice Giancarlo Cascino ha depositato la sua decisione. Il più noto degli imputati è certamente Francesco Russo Morosoli, patron della holding che porta il suo cognome e che deteneva, fino a poco tempo fa, il concreto monopolio delle escursioni sull’Etna tramite le due società ammiraglie: la Star e la Funivia dell’Etna.

Assieme a lui dovranno affrontare il procedimento giudiziario anche l’ex dirigente Affari generali del Comune di Linguaglossa
Franco Barone, i dirigenti della Funivia Salvo Di Franco e Simone Lo Grasso, e il consulente di Russo Morosoli, ex candidato sindaco a Piedimonte Etneo, Alberto Puglisi. Per la procura sono loro i complici del patron della funivia nelle presunte manovre illecite sugli appalti del 2016, 2017 e 2018 banditi dai Comuni di Linguaglossa e Castiglione per affidare il business dei trasporti turistici fino ai crateri dell’Etna. I reati ipotizzati, fra le altre cose, sono corruzione, turbativa d’asta, abuso e rivelazione di segreti d’ufficio.

La pubblica accusa, sostenuta dai magistrati
Fabrizio Aliotta e Alessandra Tasciotti, si è concentrata anche sulla presunta parentopoli per l’ammissione al corso per diventare guida vulcanologica. Da questo campo d’imputazione dovranno difendersi l’ex presidente del Collegio delle guide Biagio Ragonese, e i suoi colleghi Antonio Rizzo e Orazio Distefano (dipendente del Parco dell’Etna). Alcuni dei loro figli, poi risultati vincitori di una selezione da molti ritenuta opaca, hanno superato i test e si sono abilitati alla professione (che attualmente esercitano). Secondo l’accusa, sarebbero stati favoriti in più di un modo, a discapito degli altri partecipanti considerati persone offese e ammessi come parti civili.

Sono imputati anche i componenti della commissione d’esame, ovvero la guida alpina
Gianni Trepin, il nicolosita Orazio Consoli e il funzionario regionale Giuseppe Dentici (presidente). La posizione di Dentici sarà però definita in un processo a parte, poiché il dipendente palermitano ha chiesto il rito abbreviato. La prima udienza, nel suo caso, si svolgerà il 17 gennaio 2020. Figurano imputati anche il direttore del corso di formazione scelto dalle guide Mario Taller e il componente della commissione tecnica Alberto Felicetti, che avrebbero attestato falsamente di avere individuato personalmente, assieme a Trepin, il percorso della prova pratica. Compito che, in realtà, avrebbero svolto alcune delle guide etnee. Ci sono poi la guida alpina Angelo Nicotra e il ricercatore dell’Ingv di Catania Stefano Branca. Questi ultimi, che hanno preparato alcune delle domande per i test teorici, sarebbero colpevoli di averle inviate a Ragonese in anticipo rispetto alla data di svolgimento della prova, permettendo così la turbativa della gara.

A processo, infine, anche l’ex forestale
Carmelo Cavallaro, implicato nella presunta turbativa del bando per le escursioni del 2017 a Linguaglossa, e il dirigente dell’ex Azienda foreste demaniali Nino De Marco. Finito sotto accusa per lo scambio fra gli strategici terreni demaniali in alta quota, assegnati a Russo Morosoli per le escursioni, in cambio di alcuni immobili a Catania dove il Dipartimento per lo sviluppo rurale ha spostato i suoi uffici. Chiudono l’elenco il comandante del nucleo operativo della Forestale, commissario del parco dei Nebrodi, Luca Ferlito – accusato di «asservimento della sua funzione» al patron della funivia – e il poliziotto Alessandro Galante, coinvolto nella presunta assegnazione fraudolenta dell’immobile di Monte Conca alla Star, oggi confluita nella Russo Morosoli invest.

Luisa Santangelo

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