Un’udienza fiume senza soluzione di continuità. Uno stuolo di avvocati talmente numeroso da necessitare il trasferimento in un’aula più grande (e con l’aria condizionata in funzione) del tribunale di piazza Verga. L’inchiesta Aetna della procura di Catania potrebbe registrare domani il primo punto fermo dopo lo scossone che il blitz del 30 novembre 2018 ha dato a tutto il sistema delle escursioni sul vulcano. Oggi, infatti, di fronte al giudice per l’udienza preliminare, i magistrati e gli avvocati difensori degli imputati hanno parlato per ore, discutendo della richiesta di rinvio a giudizio depositata dalla procura di Catania.
Secondo i pm titolari dell’inchiesta, non c’è dubbio: 19 persone, prima tra tutte l’imprenditore ed ex editore di Ultima tv Francesco Russo Morosoli, devono andare a processo. Con accuse che vanno dalla turbativa d’asta all’estorsione e che riguardano, per lo più, il lucroso business del turismo sull’Etna. I legali di tutti hanno chiesto il non luogo a procedere: il giudice per l’udienza preliminare Giancarlo Cascino si è riservato la decisione. Una risposta, però, potrebbe arrivare già nella giornata di domani.
In aula, intanto, il gup le prime decisioni le ha già prese: sono state ammesse come parti civili nel processo alcune delle altre aspiranti guide vulcanologiche che hanno partecipato al concorso noto alle cronache come quello della parentopoli. Si tratta della selezione per l’accesso ai corsi di formazione per diventare guide dell’Etna. A organizzare le lezioni sarebbe stato il Collegio regionale delle guide: è da questo organismo che vengono alcuni degli accusati di abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta. Vale a dire Biagio Ragonese (all’epoca presidente del direttivo del collegio), Orazio Distefano (vicepresidente) e Antonio Rizzo (componente) che, secondo la procura, avrebbero fatto tutt’uno con un unico scopo: permettere ai propri figli di passare le prove. Cosa poi effettivamente riuscita, al contrario di quanto avvenuto nel 2016, quando erano stati esclusi.
Tra le persone offese individuate dagli uffici di piazza Verga, c’erano già otto dei partecipanti alle prove risultati poi perdenti alla selezione. Adesso, se ne aggiungono degli altri, come richiesto in sede di udienza e valutato positivamente dal giudice. Sempre alla questione parentopoli attiene, poi, l’altra novità emersa oggi in aula: il funzionario regionale Giuseppe Dentici, nominato dalla Regione Siciliana presidente della commissione esaminatrice, ha ottenuto l’accesso al rito abbreviato. La sua posizione è stata dunque stralciata e sarà esaminata nell’ambito di un altro procedimento: la prima udienza è fissata per il 17 gennaio 2020.
L’altro argomento che tiene banco in aula è quello del project financing da 23 milioni di euro varato, in una corrispondenza d’amorosi sensi adesso andata in fumo, dai Comuni di Linguaglossa e Castiglione di Sicilia. Un importo enorme per due piccoli centri che, secondo l’ingegnere indagato Alberto Puglisi, era ovvio che destasse l’attenzione dei cittadini. In tribunale, scegliendo di essere interrogato dal giudice e dai magistrati, Puglisi ripercorre il suo percorso professionale al fianco della famiglia Russo Morosoli. Una carriera cominciata con il padre e proseguita con il figlio.
Nella sua volubilità, Francesco Russo Morosoli, sebbene avesse sostenuto di non essere interessato al project – anche a causa dell’attenzione sollevata dalla stampa sulle sue attività imprenditoriali – avrebbe potuto decidere all’ultimo minuto di partecipare. Motivo per il quale Puglisi si sarebbe interessato all’argomento e avrebbe dato un’occhiata, di tanto in tanto, all’atrio del Comune di Linguaglossa. Lì avrebbe riconosciuto i rappresentanti delle altre imprese che avevano presentato una proposta progettuale alla pubblica amministrazione. Nessuna fuga d’informazioni dagli uffici, dice Alberto Puglisi, soltanto l’ovvio cuttigghio di un piccolo paese.
Tutte le richieste di rinvio a giudizio
Francesco Russo Morosoli, Salvatore Di Franco, Francesco Barone, Biagio Ragonese, Orazio Distefano, Simone Agatino Lo Grasso, Antonio Rizzo, Alessandro Galante, Luca Ferlito, Antonino De Marco, Alberto Puglisi, Mario Taller, Gianni Trepin, Alberto Felicetti, Stefano Branca, Angelo Nicotra, Orazio Consoli, Giuseppe Dentici e Carmelo Cavallaro.
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