Un calabrese, che da tempo aveva trasferito la propria base operativa nel rione San Giovanni Galermo, sarebbe stato una delle figure chiave di un’associazione a delinquere specializzata nell’importazione di cocaina dalla Calabria a Catania. Si tratta soltanto di uno dei dettagli dell’operazione Devozione, portata a termine nelle scorse ore dagli agenti della Squadra mobile etnea. A 13 persone è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare mentre, secondo quanto risulta a MeridioNews, gli indagati sono in tutto 26. Tra loro diverse vecchie conoscenze del mondo criminale etneo, a partire da Giuseppe Distefano, noto come pasta cà sassa, e Carmelo Scilio, detto Melo aricchiazzi. Ed è proprio dalla figura di quest’ultimo che ha preso il via l’indagine della polizia. Scilio venne arrestato il 4 aprile 2019 e successivamente sottoposto agli arresti domiciliari. Una misura che, secondo gli inquirenti, non avrebbe rappresentato un ostacolo per il proseguo della sua attività illecita grazie alla collaborazione di alcuni fidati sodali.
L’azione investigativa ha consentito inoltre di documentare, in poco meno di sei mesi, ben 20 trasporti e consegne di ingenti quantitativi di stupefacente che sarebbero state effettuate dall’associazione criminale a numerosi pregiudicati catanesi, alcuni dei quali ritenuti legati a vari clan mafiosi del capoluogo. Nel corso dell’attività di indagine sono stati, inoltre, effettuati diversi sequestri di sostanze stupefacenti – complessivamente undici chili di cocaina – e armi, tra cui una pistola revolver calibro 38 special con matricola abrasa e relativo munizionamento. É stata inoltre rinvenuta la somma di 90mila euro in contanti, murata in una parete in una abitazione.
«I trafficanti calabresi e, in particolare, i capi promotori della cellula erano devoti alla Madonna di Polsi (a Reggio Calabria). L’operazione prende quindi il nome da questo», spiega il capo della Squadra Mobile di Catania Antonio Sfameni sull’operazione Devozione. «Le indagini hanno evidenziato la presenza di questi soggetti di origine calabrese, che da tempo erano stanziati a Catania e che conducevano questa attività di traffico di sostanze stupefacenti chiaramente sfruttando il loro legame con il loro territorio di origine. Vi era quindi questo legame tra Catania e la Calabria che ha permesso l’arrivo costante, chiaramente fino a un certo punto, di ingenti partite di cocaina», ha aggiunto il capo della sezione antidroga Marco Alletto.
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