Blitz antimafia di ieri a Palermo: ma se droga e prostituzione entrano nel Pil, la repressione non rischia di ‘indebolire’ il nostro sistema economico?

TRANQUILLI, NON SIAMO MATTI: SONO I GOVERNI CHE HANNO STABILITO CHE NELLA GRANDE EUROPA UNITA LE ATTIVITA’ CRIMINALI DARANNO ‘LINFA’ AL PRODOTTO INTERNO LORDO DI OGNI PAESE…

Vorremo esporre qualche considerazione a margine del blitz che ieri ha portato allo smantellamento di un ‘pezzo’ importante della mafia a Palermo. Con l’operazione di ieri la magistratura e le forze dell’ordine hanno inferto un colpo durissimo alla criminalità organizzata. Detto questo, noi ci chiediamo e chiediamo: come la prenderanno i ‘capi’ dell’Unione europea e del nostro Stato che hanno deciso di inserire nel calcolo del Pil – sigla che sta per Prodotto interno lordo – le attività criminali?

A noi questa storia del Pil nostro Paese che aumenta – e ci rende economicamente ‘forti’ – inserendo tra le attività ‘produttive’ anche i proventi delle attività illecite e criminali sembra una follia. Ma non l’abbiamo deciso noi: l’hanno deciso ‘loro’, cioè i nostri amati governanti.

Noi abbiamo l’abitudine di leggere i giornali economici. E ci siamo ‘addottrinati’ con ‘interessanti’ e ‘dotte’ proiezioni fatte da economisti che, numeri alla mano, hanno già calcolato di quanto aumenterà il Pil nei Paesi dell’Unione europea quando verranno ‘correttamente’ inserire tra le ‘attività economiche’ i proventi della prostituzione e del traffico di stupefacenti.

L’Italia – tra mafia, ‘ndrangheta, camorra e sacra corona unita e relative presenze di queste organizzazioni nel Centro Nord Italia – è ‘messa bene’. Finalmente la nostra economia potrà ‘crescere’, perché in questo settore non mancano le ‘economia di scala’, il ‘personale altamente specializzato’ e nessuno vuole ‘delocalizzare’ le proprie attività…

 

Certo, ci sono ancora punti da chiarire. Non è stato ancora messo a punto, per esempio, come verranno calcolati i proventi del ‘pizzo’, trattandosi – così ci è sembrato di leggere – di un “trasferimento forzoso di reddito” o, in certi casi, di beni immobili (i disgraziati che, non potendo pagare, sono costretti a cedere le proprie aziende: anche questo farà Pil…).

Noi poniamo il tema perché ‘crediamo’ tanto in quest’Unione europea dell’euro che, giustamente, viene celebrata dalle nostre massime autorità italiane. E proprio perché ci crediamo ‘tanto’, ci chiediamo e chiediamo: non è che, con la scusa che ormai prostituzione e droga fanno parte fa parte del calcolo del Pil, bisognerebbe quanto meno evitare ‘indebolire’ il nostro sistema ‘produttivo’?

Ce lo chiediamo perché notiamo che, da quando è stato stabilito che la prostituzione entrerà nel calcolo del Pil, a Palermo, per esempio, non si fa altro che cercare e scovare case a ‘luci rosse’, esercizio ‘cromatico’ molto gettonato dalle nostre parti. Idem, per la droga.

Vogliamo dire: non c’è, per caso, una contraddizione in termini tra un’economia italiana che deve crescere, “perché l’Europa ce lo chiede”, anche con droga e prostituzione ‘opportunamente’ inserite nel calcolo del Pil, e l’attività di repressione della criminalità organizzata?

Forse si risolverà tutto con l’avvento, ormai imminente, della Polizia europea?

Forse, nel nome del Pil, bisognerà trovare il modo di far convivere Diavolo e Acqua Santa: sotto questo profilo, la Sicilia ‘Laboratorio politico’ dove si sperimentano in anticipo formule da proporre poi al contesto nazionale potrebbe essere d’esempio…

Foto di prima pagina tratta da svegliatemi.blogspot.com

Redazione

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