«Ho appreso da notizie di stampa dell’avvelenamento di diversi cani nel nostro territorio». A parlare è il sindaco di Bivona, Giovanni Panepinto che si riferisce alle segnalazioni pubblicate su Facebook da alcuni animalisti, allarmati dal rinvenimento di alcuni cadaveri di cani abbandonati su un terreno. Secondo la ricostruzione di alcuni cittadini, gli animali potrebbero essere stati uccisi col veleno, per poi essere abbandonati nel bosco. «Il comandante della polizia locale, che sta provvedendo a fare un’ispezione del centro urbano e delle periferie, accerterà l’esatta portata del fenomeno e invierà eventuali denunce alla magistratura», aggiunge Panepinto, che ha messo al corrente della situazione i carabinieri e il responsabile del servizio veterinario.
Il primo cittadino ha voluto fare il punto pure sulla situazione randagismo: «È di competenza dell’Unione dei Comuni, che ha la convenzione con dei canili – precisa –. Abbiamo un atteggiamento di assoluta apertura nei confronti dell’Asl di Bivona, con la quale sono in corso di definizione alcune procedure. La più importante, è quella relativa alla sterilizzazione dei cani, per la quale il distretto sanitario ci chiede 250 euro a cane», continua.
L’amministrazione avrebbe messo in progetto pure la realizzazione di un’area di sgambettamento per gli amici a quattro zampe, che potrebbe essere realizzata in uno spazio confiscato. «Ci coordineremo con l’Asl affinché venga rispettata la normativa vigente. Abbiamo pronta un’ordinanza che chiede ai proprietari di animali domestici il rispetto delle regole del vivere civile. Ai cittadini chiediamo di segnalarci eventuali casi di maltrattamenti nei confronti di animali, soltanto così possiamo tutelarli», conclude il sindaco.
Intanto, Margherita Grano – una delle persone che ieri ha segnalato i corpi senza vita di alcuni cani – questa mattina ha depositato in caserma una denuncia su quanto accaduto in questi giorni nel piccolo centro agricolo. «C’è una Bivona che cambia, una Bivona che ricerca giustizia, c’è una Bivona nuova che esce dal muro dell’omertà con coraggio. C’è una Bivona composta da cittadini sensibili e amorevoli nei confronti degli animali e del paese proprio», ha scritto la donna su Facebook, sottolineando come «la denuncia non porterà in vita quei poveri cani, ma quantomeno accenderà i riflettori su questo paese, su un paese che si è espresso più volte in difesa dei randagi».
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