Birrificio Messina, finalmente arrivano i macchinari «A luglio inauguriamo, ad agosto le prime bottiglie»

Un altro passo avanti è stato compiuto per vedere realizzato il sogno dei 15 lavoratori del Birrificio Messina di tornare a produrre birra. Ieri pomeriggio è arrivato il primo camion con le attrezzature che consentiranno agli ex Triscele di avviare la produzione e la commercializzazione della loro birra in riva allo Stretto. 

«Scaricheremo i macchinari, quindi servirà una gru per montare le macchine» spiega Mimmo Sorrenti, presidente del Birrificio Messina, che prova ad aggiornare il cronoprogramma degli interventi. «Ci vorranno circa trenta giorni – spiega -. Per prima cosa verrà allestita la sala cottura, subito dopo l’area confezionamento». L’arrivo dei camion è stato festeggiato dai 15 lavoratori-imprenditori che hanno scommesso tutto pur di non rinunciare alla possibilità di continuare a fare questo lavoro. «Contiamo il 20 luglio di fare l’inaugurazione dello stabilimento finalmente operativo con tutti i macchinari. Contestualmente avvieremo la prima cotta e, se tutto va per il verso giusto, a metà agosto potremo avere le prime bottiglie».

L’attesa per poter gustare la nuova birra made in Messina è tanta. E non solo in riva allo Stretto. «Ci hanno contattato dal Brasile e dall’Albania nei mesi scorsi perché volevano importare la nostra birra, ma non potevamo ancora produrla non avendo le attrezzature. Abbiamo preso tempo e ora finalmente possiamo pensare ad avviare la produzione e il confezionamento». 

I capannoni della zona Asi di Messina concessi dalla Regione erano rimasti vuoti a causa di alcuni ritardi nell’approvazione di finanziamenti bancari e regionali. Una volta sbloccato l’impasse, i macchinari già ordinati presso le ditte costruttrici hanno intrapreso il viaggio che li ha portati a Messina. Da ieri il percorso nato dal progressivo smantellamento della Birra Messina, fondata nel 1923, rilevata alla fine degli anni ’80 dalla Heineken e poi liquidata nel 2012 sotto il marchio Triscele, sembra più vicino al traguardo, con circa un anno di ritardo rispetto alle iniziali previsioni. 

Il progetto dei 15 operai imprenditori è cominciato nell’estate del 2013. Circa quattro milioni di euro il costo totale di questo sogno. Solo i macchinari sono costati un milione e 600mila euro, un altro milione e 400mila euro è stato speso per le attrezzature necessarie alla cottura del luppolo.

Simona Arena

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