Archiviazione, così come richiesto dalla procura con il magistrato Andrea Norzi. Si chiude così il fascicolo per omicidio colposo a carico di un ricercatore del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Catania che il 19 settembre 2019 dimenticò per cinque ore il figlio di due anni all’interno della propria automobile, parcheggiata all’ospedale Policlinico. «Alla luce delle risultanze investigative – scrive il giudice per le indagini preliminari Pietro Currò nel decreto – non sono emersi elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio in relazione al reato ipotizzato per difetto della capacità di intendere e di volere al momento della commissione del fatto».
Il giudice, come riportato da LiveSicilia, si è soffermato sulla «amnesia dissociativa transitoria», una sorta di buco nella memoria dovuto, per esempio, allo stress e a comportamenti automatici. Il tutto da parte di un soggetto «unanimemente descritto dalla compagna, dai familiari e dai colleghi di lavoro come padre attento e responsabile». Il corpo del bambino senza vita era stato scoperto dopo una chiamata della moglie, recatasi all’asilo per andare a prendere il figlio, senza però trovarlo.
Sull’accaduto ha indagato la polizia. Un’analoga tragedia era già avvenuta a Catania il 3 luglio del 1998: un bimbo di 20 mesi rimase vittima della stessa dimenticanza da parte del genitore che lo lasciò in auto per sette ore sotto il sole, convinto di averlo lasciato all’asilo.
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