Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Scena muta, quindi, davanti alla gip Antonella Consiglio da parte dei due genitori accusati di aver venduto la propria figlia di nove anni a due sessantenni in cambio di denaro. Lui è un agricoltore di 58 anni, lei invece una casalinga di 43. Anche i due presunti clienti, questa mattina, sono stati interrogati dalla gip e dal sostituto procuratore Chiara Capoluongo e la loro linea di difesa è stata un’altra: la negazione. Avrebbero solo ammesso di conoscere la famiglia per dei pregressi rapporti di amicizia e, di conseguenza, anche la figlioletta. Ma negano con forza le accuse e le circostanze oggetto della convocazione di questa mattina.
Il caso è scoppiato appena tre giorni fa e ha portato all’arresto di tutte e quattro le persone coinvolte, adesso ai domiciliari con l’accusa di sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale. A denunciare alcune scene sospette era stato un passante, che aveva più di una volta visto in aperta campagna, nella zona fra Trappeto e Balestrate, i due uomini appartarsi insieme alla bambina e compiere atti sessuali. Il tutto con i genitori a poca distanza. Dalle indagini è emerso che anche la madre organizzava gli incontri a pagamento con i due sessantenni, prostituendosi a sua volta.
La bambina è stata trasferita in una struttura protetta, dove ha già avuto modo di raccontare agli psicologi quello che avrebbe subito dallo scorso agosto ad oggi, le violenze e gli abusi che si verificavano soprattutto nella sua casa di Trappeto o all’interno dell’automobile dei due sessantenni, confermando lo scenario descritto già dal testimone. I genitori della bambina avrebbero agito per soldi, ma neanche tanti: secondo quanto emerso finora, si sarebbe trattato di cifre intorno ai 25-30 euro. Sarebbe stato questo il prezzo per poter mettere le mani sul corpo di una bambina di nove anni.
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