Adesso hanno una gran fretta. Dopo settimane perse a tessere tele per le amministrative, il governo e i deputati regionali stanno cercando di imprimere una accelerata all’approvazione del bilancio. E, dal loro punto di vista, ne hanno ben donde. Il rischio di una impugnativa della legge da parte del Commissario dello Stato è altissimo. Se questo, come è probabile, succederà alla fine di marzo, i 90 califfi di Sala d’Ercole, avranno il tempo di tornare in Aula per apportare i necessari aggiustamenti. Se invece succedesse a fine aprile, termine ultimo per l’esercizio provvisorio, l’Ars sarebbe imputabile di violazione dello Statuto e quindi a rischio scioglimento. Rischio che, con il governo Monti, sarebbe davvero difficile evitare.
Quindi la maratona. Oggi la Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars dovrebbe concludere la discussione sulla manovra, in maniera tale da consentire liscrizione dei documenti finanziari allordine del giorno dellAula. Il termine per gli emendamenti è fissato per venerdì 23 marzo alle ore 18.00. LAula, dovrebbe quindi cominciare lesame dellarticolato dei disegni di legge bilancio e finanziaria lunedì 26 marzo 2012, alle ore 16.00, per concludere i propri lavori entro giovedì 29 marzo 2012.
Ma i problemi da risolvere sono tanti e la soluzione non c’è. Bisogna vedere cosa governo e Assemblea regionale si ‘inventeranno’ per approvare una manovra che si annuncia complessa. A cominciare dal fabbisogno della sanità. Servono da 600 a 700 milioni di euro: 300-350 milioni si dovrebbero trovare tra le pieghe del bilancio; gli altri dovrebbero arrivare dal Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate, risorse che dovrebbero essere destinate agli investimenti produttivi e non alla spesa corrente: ma tant’è). Come si ricorderà il premier Monti, ha posto una condizione: va bene usare il Fas per la sanità, ma solo se, contemporaneamente, si tagliano le spese del personale in eccesso, magari iniziano dai precari. Questo non è successo, perchéil governo non vuole ‘rogne’ in campagna elettorale.
Altro nodo: i fondi per i comuni. La voce sui documenti economici è di 150 milioni di euro (750 l’anno scorso). Cosa che sta mandando in fibrillazione tutti i sindaci già alle prese con ristrette finanziarie da fame e con cittadini vessati da tariffe proibitive sull’acqua che ancora è gestita dai privati.
Confusione somma anche sul capitolo trasporto da e per le isole minori: la stagione estiva sta per cominciare e sul, piatto, la Regione non ha ancora trovato 50 milioni di euro. Si respirano venti di rivolta negli arcipelaghi che temono l’ennesima fregatura.
Non si sa poi cosa i deputati stiano combinando con i forestali. L’idea, è di ridurne il numero. E con la stagione degli incendi che si avvicina la cosa preoccupa non poco. Ma non Cisl e Uil, pronti a sacrificare i forestali dopo avere ingurgitato la fetta della torta della formazione professionale.
Insomma il rischio del solito falso in bilancio è sempre lì.
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