Quattro mesi di tempo per trovare 40 milioni di euro circa per coprire i debiti. Sarebbe questo il compito che spetta ai dirigenti del Catania, e della holding Finaria, per risistemare il bilancio del club: «La soluzione più verosimile è vendere», sostiene l’esperto di calcio-business de Il Sole 24 ore Marco Bellinazzo. Il valore di Torre del Grifo è un asset fondamentale per garantire la continuità aziendale, ma il mutuo da pagare è un peso. Situazione che non incoraggia una rapida vendita.
Oltre alle perdite di undici milioni euro, che sarebbero state coperte, «vanno considerati anche i circa 30 milioni di euro di debiti accumulati al netto dei crediti – spiega Bellinazzo – più quelli che si sommeranno nel prossimo bilancio», che riguarda la gestione attuale. Numeri che impongono ai possibili acquirenti del Catania uno sforzo notevole e suggeriscono cautela nel valutare l’investimento. «La situazione della società è in netto peggioramento, e comprarlo all’asta dopo un fallimento sarebbe più conveniente che accollarsi i debiti». Rischio che Davide Franco, il nuovo presidente che è espressione della holding Finaria, ha allontanato promettendo il rilancio in caso di mancata vendita.
Lo scenario scenario economico poteva essere peggiore, e favorire il gioco al ribasso degli acquirenti, soprattutto nel caso della sventata retrocessione. Di certo c’è comunque che «qualcuno i soldi li deve mettere», dice Bellinazzo. Prenderli dai 60 milioni di riserve della holding Finaria, dalla quale il Catania è controllato? «Non credo ci sia l’interesse, considerato che il club è in vendita». Anche se Franco ha assicurato l’impegno del gruppo a mettere a disposizione le necessarie risorse economiche. Potrebbe sborsarli il patron Antonino Pulvirenti? «Col suo disimpegno dal club dopo le combine e le conseguenze dell’accusa di bancarotta fraudolenta per Wind Jet, che coinvolge anche Finaria, è difficile immaginarlo».
L’esperto de Il Sole 24 ore risponde anche sulla possibilità di attingere il necessario dai 25 milioni del capitale sociale. «Non migliorerebbe le prospettive del club – sostiene l’esperto – In queste condizioni il Catania non può programmare il ritorno nelle categorie che merita». La vendita sarebbe quindi l’opzione migliore: «Il club vale circa dieci milioni, grazie al suo blasone». Ma vanno considerati anche i debiti e le probabili perdite da sopportare nel prossimo bilancio, determinate da un campionato che non genera utili come quello di Lega Pro: «Per un investitore straniero, che magari abbia interessi nel turismo, Catania resta comunque una piazza appetibile».
Buona parte del futuro dei rossazzurri dipende «da Torre del Grifo», chiarisce Bellinazzo. Il centro sportivo, considerato il fiore all’occhiello del Calcio Catania, ha un valore a bilancio di 44 milioni: «In caso di necessità si potrebbe vendere il Centro per ripianare i debiti e le rate ancora da pagare». Sono 23 milioni di euro per i quali il club ha di recente chiesto e ottenuto una dilazione, al 2032, dal credito sportivo: «Dal bilancio 2015 si evince che la società, da sola, non genera gli utili necessari a coprirlo». Il che – come anticipato da MeridioNews – lo rende anche un peso: sia in prospettiva di rilancio, sia per i possibili i compratori, di cui però finora non c’è traccia concreta. Constatazione che ha spinto la nuova dirigenza a comunicare l’intenzione di scorporare Torre del Grifo dal Calcio Catania.
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