Forse di bilanci, al Comune di Catania, è meglio non parlare. Perché ogni volta che li si tira in ballo c’è una polemica nuova, o una nuova nota di sollecito inviata da un ufficio a un altro. L’ultima l’ha inviata il 17 agosto la presidente del Consiglio comunale Francesca Raciti, eletta in quota Partito democratico e da sempre una certezza per la giunta. È lei a firmare un sollecito sulla presentazione dei documenti relativi al bilancio di previsione 2016: «Preso atto – scrive Raciti – dell’avvenuta scadenza dei termini, in considerazione che a tutt’oggi non sono pervenute tutte le proposte di deliberazione propedeutiche all’approvazione del suddetto atto», si invitano sindaco, assessore al Bilancio e assessore ai Lavori pubblici a «imprimere la necessaria e opportuna accelerazione».
In altri termini: se il senato cittadino non riceve la documentazione sul bilancio previsionale di quest’anno, non può votarlo. E la scadenza, in teoria, è già saltata anche quest’anno. Una replica di quanto avvenuto con il bilancio di previsione 2015, approvato dall’aula consiliare di Palazzo degli elefanti solo il 30 dicembre 2015, quando ormai non c’era niente da prevedere e i giochi erano già fatti. Senza contare che all’epoca era stato necessario l’insediamento di un commissario straordinario arrivato direttamente da Palermo per vigilare sull’approvazione del documento contabile. Una presenza evanescente, ma servita allo scopo. Adesso, nonostante gli ultimi giorni di dicembre dello scorso anno siano stati particolarmente caldi, l’amministrazione sembra non essere rimasta scottata e continua a tardare.
Quella del ritardo, in fondo, sembra essere la cifra stilistica della giunta in tema di casse. Solo poche settimane fa è stato approvato, anch’esso fuori tempo massimo, il rendiconto 2015. Mentre in Consiglio comunale i sindacati e i dipendenti pubblici facevano pressioni sui consiglieri per ottenere in fretta il voto sul documento, necessario per ottenere i finanziamenti da parte dello Stato. Alla fine, a tarda sera e dentro a un’aula consiliare più confusa che persuasa, il consuntivo aveva ottenuto il sì del senato cittadino. Pure in quell’occasione, sotto lo sguardo vigile del commissario straordinario inviato da Palazzo d’Orleans. Resta da vedere se un nuovo tecnico palermitano verrà a insediarsi all’ombra dell’Etna per il bilancio di previsione 2016. Appare plausibile che, con agosto ancora a metà, l’affaire venga rimandato a settembre. Quando l’assessore Giuseppe Girlando avrà un’altra scadenza da tenere a mente: quella della rimodulazione del piano di rientro.
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