Doveva essere il regalo di Natale 2014 di Cosimo Indaco, allora commissario straordinario dell’Autorità portuale di Catania. Ma sono passati cinque anni e delle biciclette che dovevano completare il progetto di bike sharing elettrico al porto di Catania non c’è neanche l’ombra. Cosa è rimasto? Cinque colonnine di ricarica distribuite tra piazza Borsellino, spiaggia libera numero 1 della Playa e il molo di arrivo delle navi da crociera. «La quinta, sempre all’interno del porto, servirà a ricaricare due auto elettriche per volta», diceva all’epoca chi si era occupato dell’installazione. Eppure tutto è rimasto sulla carta. Nonostante l’investimento di circa 250mila euro già fatto e necessario, assieme alle piste ciclabili, per donare al capoluogo etneo un aspetto un po’ più green. «Riprenderemo questo discorso dopo l’estate», afferma a MeridioNews il sindaco di Catania Salvo Pogliese.
L’avvio del progetto risale al lontano 28 ottobre 2014. Quando, nell’ambito dei finanziamenti Port pvev (programma operativo Italia-Malta 2007-2013), l’Autorità portuale aggiudica la gara d’appalto per l’investimento. Da quel momento in poi, gli annuncio continuano a susseguirsi: prima Natale, poi l’estate successiva, poi quella dopo ancora. E nel frattempo le colonnine di ricarica diventano arredo urbano, destinate a fare ombra a chi aspetta l’autobus su viale Kennedy sotto il sole d’estate. Non c’è traccia neanche delle biciclette che avrebbero dovuto essere messe in funzione. E nemmeno è chiaro dove si trovino: a occuparsi della gestione del servizio, secondo i propositi della passata amministrazione guidata da Enzo Bianco, avrebbe dovuto essere l’Amt, l’azienda metropolitana di trasporti. «Ho chiesto lumi al presidente Giacomo Bellavia – spiega ancora il primo cittadino – Attendo la relazione».
A prendere tempo è anche l’attuale presidente dell’Autorità portuale Andrea Annunziata, il terzo vertice dell’ente infrastrutturale a fare i conti con le colonnine rimaste inutilizzate. Prima di lui, era stato il contrammiraglio Nunzio Martello (arrivato dopo Indaco) a sperare di concludere l’iter e consegnare il servizio alla città. «Finiremo entro dicembre», diceva anche lui, nel 2016. «Questo progetto lo abbiamo ripreso – dichiara adesso il suo successore Annunziata – ma subisce un attimo di ritardo perché stanno partendo i lavori per il sedime portuale». Una gara del valore di oltre due milioni e mezzo di euro, aggiudicata alla fine del 2018. «Prima bisogna pensare alla sicurezza – sostiene il sindaco – I soldi non sono andati persi. Attueremo tutte le opere di rilancio, perché questo è un progetto degno di una città europea. Ma ci vuole tempo».
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