Bike sharing Porto, dopo cinque anni un altro rinvio Anche nel 2019 il servizio promesso «dopo l’estate»

Doveva essere il regalo di Natale 2014 di Cosimo Indaco, allora commissario straordinario dell’Autorità portuale di Catania. Ma sono passati cinque anni e delle biciclette che dovevano completare il progetto di bike sharing elettrico al porto di Catania non c’è neanche l’ombra. Cosa è rimasto? Cinque colonnine di ricarica distribuite tra piazza Borsellino, spiaggia libera numero 1 della Playa e il molo di arrivo delle navi da crociera. «La quinta, sempre all’interno del porto, servirà a ricaricare due auto elettriche per volta», diceva all’epoca chi si era occupato dell’installazione. Eppure tutto è rimasto sulla carta. Nonostante l’investimento di circa 250mila euro già fatto e necessario, assieme alle piste ciclabili, per donare al capoluogo etneo un aspetto un po’ più green. «Riprenderemo questo discorso dopo l’estate», afferma a MeridioNews il sindaco di Catania Salvo Pogliese.

L’avvio del progetto risale al lontano 28 ottobre 2014. Quando, nell’ambito dei finanziamenti Port pvev (programma operativo Italia-Malta 2007-2013), l’Autorità portuale aggiudica la gara d’appalto per l’investimento. Da quel momento in poi, gli annuncio continuano a susseguirsi: prima Natale, poi l’estate successivapoi quella dopo ancora. E nel frattempo le colonnine di ricarica diventano arredo urbano, destinate a fare ombra a chi aspetta l’autobus su viale Kennedy sotto il sole d’estate. Non c’è traccia neanche delle biciclette che avrebbero dovuto essere messe in funzione. E nemmeno è chiaro dove si trovino: a occuparsi della gestione del servizio, secondo i propositi della passata amministrazione guidata da Enzo Bianco, avrebbe dovuto essere l’Amt, l’azienda metropolitana di trasporti. «Ho chiesto lumi al presidente Giacomo Bellavia – spiega ancora il primo cittadino – Attendo la relazione».

A prendere tempo è anche l’attuale presidente dell’Autorità portuale Andrea Annunziata, il terzo vertice dell’ente infrastrutturale a fare i conti con le colonnine rimaste inutilizzate. Prima di lui, era stato il contrammiraglio Nunzio Martello (arrivato dopo Indaco) a sperare di concludere l’iter e consegnare il servizio alla città. «Finiremo entro dicembre», diceva anche lui, nel 2016. «Questo progetto lo abbiamo ripreso – dichiara adesso il suo successore Annunziata – ma subisce un attimo di ritardo perché stanno partendo i lavori per il sedime portuale». Una gara del valore di oltre due milioni e mezzo di euro, aggiudicata alla fine del 2018. «Prima bisogna pensare alla sicurezza – sostiene il sindaco – I soldi non sono andati persi. Attueremo tutte le opere di rilancio, perché questo è un progetto degno di una città europea. Ma ci vuole tempo».

Gabriele Patti

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