Bike polo, sport ecologico e di strada A giugno un torneo (ma manca il campo)

«Il nostro è un gioco intimo, più che squadre siamo una comunità». È così che i catanesi Marco Campisano, Pasquale Parafati e Federico Amore parlano del Bike polo, lo sport che consiste nel colpire con una mazza la palla mentre si è in sella a una bicicletta. Il polo senza cavalli e in versione urbana lo praticano dal 2008, la loro squadra si chiama Bike pollo ed è la prima che si è formata a Catania. A settembre hanno partecipato a un torneo nazionale, il Mazza d’oro, e lo hanno vinto. È un campionato itinerante e chi vince ha l’obbligo di organizzare l’edizione successiva nella sua città. A Catania si terrà dal 15 al 17 giugno. Ancora però non si sa su quale campo. Da un anno e mezzo i tre si allenano in un piazzale abbandonato di proprietà del Comune in via Ala, vicino al carcere di piazza Lanza, ma non sanno ancora se gli potrà essere assegnato per il torneo.

Ma andiamo con ordine. Per giocare a Bike polo serve una mazza, una palla e una bici. Basta guidarla con una mano sola e mettere una copertura ai raggi delle ruote per non far passare la palla o la mazza. È un gioco veloce, sia a tempo che a punti: vince chi arriva ai cinque gol in 10 minuti o chi è in vantaggio dopo 12. I giocatori fanno tutto: sono organizzatori, atleti e arbitri all’occorrenza. «È uno sport giovane che non ha una struttura. Il bello è questo», dice Marco.

La loro passione per questa disciplina sportiva poco conosciuta è nata all’interno della Ciclofficina etnea. «Un giorno è arrivato un nostro amico con delle racchette da sci e dei tubi, dicendoci che dovevamo provare una cosa bellissima che aveva visto su internet – ricorda Marco – Il nostro primo campo è stata la pescheria di notte. L’odore non era il massimo ma ci è piaciuto molto». Adesso i giocatori catanesi sono una ventina e si incontrano per giocare ogni lunedì e mercoledì sera. «Non c’è il concetto di squadra – afferma Marco – La scelta delle formazioni si affida al caso, mischiando le mazze».

Dopo la prima volta in pescheria si sono spostati in diversi spazi, in cerca di quello più adatto. «Per un periodo abbiamo giocato allo squib di Largo Paisello, ma lo hanno chiuso ed era sempre sporco, quindi lo abbiamo abbandonato velocemente», racconta Marco. Dopo aver lasciato anche una piazzetta a San Giovanni La Punta, per via dei problemi logistici dovuti alla lunga distanza da coprire in bici dal centro città, da gennaio 2011 giocano nello spazio incustodito di circa 70 metri quadrati vicino a via Ala. «È di proprietà del Comune ma è senza destinazione d’uso – spiega Marco – Il cancello si poteva aprire, quindi abbiamo pulito e costruito le sponde. È un posto perfetto per il Bike polo perché non ci sono macchine e il cemento è liscio». Proprio in quello spiazzo i componenti di Bike pollo vogliono organizzare l’edizione catanese del Mazza d’oro. «Pensare che uno spazio inutilizzato possa diventare utile, ci fa provare ancora più piacere nell’organizzare l’evento», confessa Marco.

Non hanno fatto una domanda di assegnazione ufficiale al Comune, ma per poterlo usare per la gara di giugno si sono rivolti al presidente della municipalità competente, Borgo Sanzio, che «si è dimostrato disponibile a portare la richiesta in consiglio di municipalità e poi al Comune», dice Marco. «Purtroppo – spiega – non essendoci una federazione per il bike polo il nostro interlocutore non è neanche l’assessore allo sport. Oltre al problema di dover sempre spiegare in cosa consiste lo sport, è difficile anche soddisfare i requisiti burocratici».

Per superare i problemi formali, stanno pensando di costituirsi nella forma di associazione sportiva dilettantistica, «anche se non è detto che dopo si trovi la soluzione», precisa Marco. E a Catania non sarebbe una novità, come dimostra la vicenda dei Briganti di Librino, ancora senza campo nonostante da anni richiedano l’assegnazione dell’impianto abbandonato San Teodoro.

Nell’attesa che venga creata una federazione europea che detti le regole per tutti, come avviene per i giocatori di Stati Uniti e Canada, i giocatori di Bike polo nostrani si divertono e si godono la libertà e la leggerezza che altri sport hanno ormai perso. Per adesso alla disciplina ci si avvicina attraverso il passa parola, tramite amici di amici. Partite e tornei si organizzano via forum, non solo a livello cittadino, ma anche  nazionale e perfino mondiale.  «Sarebbe interessante far conoscere questo sport lavorando per esempio con le scuole – afferma Marco – ma per farlo bisogna avere uno spazio». Per ora quindi si concentrano sul torneo. Si sono già iscritte 20 squadre, ognuna composta da tre giocatori. Tra amici e fidanzate arriverebbero in città un centinaio di persone. «Il primo giorno non è di gara, si sta insieme e si gioca con squadre create sul momento in base al caso. È una festa», spiega Marco.  «Mancano due mesi e non abbiamo la certezza di avere il posto – dice –  Ma siamo sicuri che lo organizzeremo».

Agata Pasqualino

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