Bianco querela Catania bene comune e Iene sicule «Giustizia usata come strumento d’intimidazione»

Il primo cittadino di Catania, Enzo Bianco, ha querelato per diffamazione Catania bene comune e la testata locale Iene sicule. A renderlo noto è un comunicato pubblicato sul sito del movimento politico, che spiega anche il motivo che ha spinto il sindaco a ricorrere alle vie giudiziarie. Tutto nasce da un comunicato pubblicato all’indomani delle notizia, svelata da questa testata, relativa all’intercettazione tra l’ormai ex direttore de La Sicilia, Mario Ciancio Sanfilippo, e l’allora candidato a palazzo degli Elefanti Enzo Bianco. Una telefonata risalente al 18 aprile 2013, all’indomani dell’approvazione in consiglio comunale del Pua (piano urbanistico attuativo), finita tra gli atti dell’indagine per concorso esterno in associazione mafiosa a carico dell’editore. A collegare quella chiamata al voto erano stati gli investigatori secondo i quali Ciancio avrebbe espresso apprezzamento per «la serietà di Bianco nell’impegno assunto nei suoi riguardi».

«Oggetto della denuncia è un comunicato inviato alla stampa, nel quale si esprimeva l’opinione politica di un soggetto politico», spiega Catania bene comune. Nello specifico i destinatari dell’atto sono Matteo Iannitti, leader del movimento e nel 2013 avversario di Bianco nella corsa alla carica di sindaco, e il giornalista Marco Benanti, reo, secondo la querela, di avere riportato integralmente il testo incriminato. Sulla questione si è già espressa la procura di Catania, attraverso la richiesta di archiviazione presentata dal magistrato titolare del fascicolo. Bianco tuttavia, tramite l’avvocato Giovanni Grasso, ha fatto richiesta di opposizione.

«Il tentativo di Bianco di utilizzare la giustizia penale come strumento di intimidazione politica e di censura dell’informazione è gravissimo, inaccettabile, incompatibile con qualsiasi sistema democratico», conclude il movimento che ha dato appuntamento a sostenitori, simpatizzanti, cittadini e cittadine al Gapa di via Cordai 47, alle ore 19.30, «per rispondere insieme a questo attacco».

Redazione

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