Biancavilla, salma di Antonio Crispi restituita a familiari Inquirenti seguono pista passionale e quella della droga

È stata riconsegnata ai parenti, nel tardo pomeriggio di ieri, la salma Antonio Crispi. Il 44enne – uno dei gestori del chiosco Garden chiosco di piazza Sgriccio – è stato trovato assassinato all’alba di domenica scorsa in una stradina secondaria della strada provinciale 167, in contrada San Giovanni. I funerali dell’uomo saranno celebrati nel pomeriggio di domani ad Adrano (dove l’uomo viveva con la famiglia) nella chiesa Santa Maria degli Angeli. Il nullaosta per la restituzione della salma ai familiari è stato firmato nella mattinata di ieri, non appena si è conclusa l’autopsia eseguita nella camera mortuaria dell’ospedale Garibaldi centro di Catania dai medici legali Giuseppe Ragazzi e Claudia Tornello

Sugli esiti dell’esame autoptico gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Paternò e dai colleghi del nucleo operativo del comando provinciale, coordinati dal sostituto Rosaria Molè. Sono due le piste investigative su cui le forze gli inquirenti hanno concentrato i loro sforzi: quella della droga e quella passionale. Con molta probabilità o Crispi non sarebbe dovuto morire o sarebbe stato punito per qualcosa che aveva fatto oppure, infine, si sarebbe trattato dell’epilogo di una lite degenerata. Crispi si sarebbe incontrato, sabato sera, subito dopo aver chiuso il chiosco, intorno alle ore 22, con colui o coloro che poi l’avrebbero ammazzato. 

L’uomo è stato trovato morto dentro la sua Fiat Stilo station wagon con la testa spaccata da una pietra lavica rinvenuta dai carabinieri non distante dal luogo dell’omicidio. Prende corpo l’ipotesi che l’assassinio sia avvenuto all’esterno dell’auto. Crispi, probabilmente, sarebbe stato trascinato e poi lasciato dentro la macchina. Le abrasioni alle ginocchia potrebbero spiegare questa dinamica. Ma non sarebbe da escludere che Crispi potrebbe essere rimasto in ginocchio per qualche minuto, costretto in quella posizione da chi lo ha poi ucciso. Diversi i soggetti condotti in caserma in questi giorni per essere interrogati. Tra di loro una donna che potrebbe aver avuto dei contatti con la vittima nelle sue ultime ore di vita.

Salvatore Caruso

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