Resta in carcere il giovane 23enne che sabato notte ha sparato una fucilata contro un coetaneo ferendolo all’addome, al culmine di una rissa in via dell’Uva a Biancavilla. Nel carcere di piazza Lanza a Catania, davanti al gip Salvatore Cavallaro, si è tenuto l’interrogatorio del giovane biancavillese, difeso dall’avvocato Giuseppe Furnari, che è accusato di tentato omicidio di un 21enne contro cui avrebbe esploso un colpo di fucile.
Il gip non ha convalidato il fermo di polizia giudiziaria a cui era stato sottoposto all’alba di domenica, ma ha comunque disposto la misura cautelare in carcere per il giovane. Quest’ultimo avrebbe sparato una fucilata, a distanza ravvicinata di circa 6 o 7 metri: il proiettile ha raggiunto la vittima all’addome (sono presenti sia un foro di entrata sia uno di uscita) e gli ha causato una frattura al bacino e una lesione alla colonna vertebrale.
Il giovane ferito si trova ricoverato all’ospedale Cannizzaro di Catania, mentre l’arma non è ancora stata ritrovata. La vicenda, intanto, si arricchisce di ulteriori particolari: il 23enne, che si è costituito presso la caserma dei carabinieri di Biancavilla, avrebbe ammesso la «propria responsabilità sull’accaduto – dice il difensore – Manifestando la propria disponibilità a collaborare con le forze dell’ordine» e asserendo che «non aveva alcuna intenzione di uccidere».
All’ingresso degli alloggi popolari di via dell’Uva, dove è stata esplosa la fucilata, gli investigatori avrebbero ritrovato a terra solo un bossolo che risulta esploso da un’arma da guerra. Stando a quanto riferito da chi indaga potrebbe trattarsi di un fucile simile a un kalashnikov, anche se se aspettano ancora gli accertamenti balistici per fare chiarezza sul tipo di arma usata.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, eseguita dai carabinieri della compagnia di Paternò, tutto avrebbe avuto inizio nella tarda serata di sabato, ad Adrano, dove si sarebbe verificato un incidente stradale tra una moto con a bordo due giovani adraniti e un’automobile guidata da un biancavillese. Ne sarebbe nata una discussione durante la quale il giovane di Biancavilla sarebbe scappato a casa, in via dell’Uva, ma sarebbe stato raggiunto dagli altri per chiarire la vicenda. A quel punto sarebbe scattata la rissa nella quale sarebbero state coinvolte almeno una decina di persone, tra adraniti e biancavillesi. La discussione sarebbe terminata solo con lo sparo esploso dal fratello del conducente del mezzo rimasto coinvolto nell’incidente.
Secondo la difesa del 23enne, invece, il ragazzo alla guida dell’auto nel tentativo di chiarire il fatto si «sarebbe sentito minacciato, visto che si sarebbero avvicinati diversi soggetti». Preso dal panico, il giovane sarebbe scappato a casa a Biancavilla, ma sarebbe stato inseguito da due auto. Giunto in prossimità degli alloggi popolari di via dell’Uva, il giovane alla guida dell’auto sarebbe stato raggiunto dal fratello (che ha poi sparato), dalla sorella e dal cognato.
Intanto, sempre secondo la ricostruzione fatta dalla difesa, sul posto sarebbero arrivate altre quattro o cinque macchine con a bordo una quindicina di persone, qualcuna delle quali anche armata. Il 23enne sarebbe stato aggredito e, trovata a terra l’arma, avrebbe sparato ma solo con lo scopo di allontanare gli aggressori. Subito dopo il colpo tutti sarebbero fuggiti. Intanto continua la ricerca dell’arma che non è ancora stata trovata.
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