Beppe Grillo allo Zen tira la volata a Forello «Ugo splendido ma dice parole da brividi…»

«L’altra volta che ho visitato la Sicilia sono venuto a nuoto per risparmiare qualcosa, questa volta no, ormai ho qualche anno di più, siamo anziani della politica. Lui, invece, che è un ragazzo splendido ha detto parole da brividi come ‘auspico’. Io non lo voterei mai uno che usa queste parole…» Scherza il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo a Palermo in occasione del comizio accanto al velodromo dello Zen, abbracciando il candidato sindaco Ugo Forello alle prossime amministrative nel capoluogo siciliano. Sul palco, anche numerosi deputati regionali come Giancarlo Cancelleri, Ingrazio Corrao, Giampiero Trizzino, il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque e diversi candidati sindaco in alcuni Comuni nel Palermitano. Ad accoglierlo, tuttavia, non è la folla della grande occasioni, ma lui non si scompone e scherza subito con i sostenitori che, da oltre un’ora, lo attendono in strada.

«Vedo che questa Sicilia, ricca, muta, poi è povera e parla, è autonoma, non autonoma, tutto il contrario di tutto, voi avete il genio dell’incredibilità. Cosa significa essere buoni e incensurati in questa terra? Bisogna dirlo di nascosto: hai rubato? No, non dirlo a nessuno». Il riferimento è chiaramente ai guai giudiziari che hanno travolto i candidati sindaci a Trapani Tonino D’Alì e Girolamo Fazio, ma non solo. Il fondatore del Movimento non risparmia una bordata al principale rivale di Forello, Fabrizio Ferrandelli, oggi sostenuto da Totò Cuffaro, l’ex governatore siciliano che ha scontato quasi cinque anni per favoreggiamento alla mafia. «Cuffaro è tornato a baciare, è tornato in strada. È di nuovo grasso, è tenero, è stato l’unico ad andare in carcere, poverino. Voglio baciarlo anch’io, in bocca, con una lingua lunga cinque metri per soffocarlo dall’interno. Dai, sto scherzando…»

Grillo, quindi, torna a riproporre uno dei temi più cari del M5s, il reddito di cittadinanza: «Una persona che oggi non ha un reddito oggi costa allo Stato italiano in media circa 10mila euro l’anno. Cosa succederà quando saranno milioni? Saranno depressi, ansiosi? Credo di sì: saranno violenti? Quando ci saranno questi flussi non riusciremo neanche a contenerli: cosa faremo? Ci sono due strade: una è il reddito di cittadinanza, ma la cosa straordinaria non sono i soldi. Non gli cambi lavata con 800 euro, ma gli risolvi la vita psicologica, cominciano a capire che c’è un pezzo di Stato che li vede e cambiano e diventano persone meravigliose. E poi la scuola, l’istruzione che è ormai avulsa anche dal punto di vista della didattica».

Il comico galvanizza la folla promettendo percentuali da capogiro alle prossime elezioni: «Non vogliamo vincere con il 40 per cento, minimo con il 50 o il 60, perché noi questo potere di cambiare l’abbiamo dando il potere alle persone di non essere invisibili. Abbiamo una piattaforma, Rousseau, siate curiosi, andate a vederla. Qualsiasi decisione che sara’ presa sulla legge elettorale sara’ votata da tutti i nostri iscritti». E poi ancora: «Dicono sulla legge elettorale che noi saremmo quelli falsi, giudicate voi se siamo persone che sì, a volte possono sbagliare, a volte possono essere incompetenti, ma mai siamo stati falsi. Oggi siamo dentro una fossa dei serpenti: loro hanno i franchi tiratori e cercano di affossare quella legge dando la colpa a noi». Quindi, lancia l’ultimo appello ai propri sostenitori: «Decidete voi chi é il falso della situazione, decidete voi se io vi ho mai mentito una volta. Fidatevi di me – ribadisce – fidatemi di me che non vi ho mai tradito».

«Beppe Grillo è l’arma di disinfestazione di massa – dice Forello –  guardate, tra ieri e oggi hanno bonificato come non mai lo Zen, sapendo che sarebbe venuto e che il quartiere sarebbe stato sotto i riflettori. Questa è una prova di forza che oggi abbiamo voluto fare, venire in questo luogo che per noi rappresenta tanto, siamo di fronte al velodromo Paolo Borsellino, sapete che qui dietro c’è il Fondo Patti, il Diamante, strutture dimenticate che dimostrano che abbiamo fallito non solo come amministrazione ma anche come cittadini perché non abbiamo fatto nulla perché ciò che non accadesse. Abbiamo un sogno che fra cinque anni le periferie non si chiamino più così ma nuovi centri: crediamo che il rilancio della città passi dal rilancio delle periferie. Ebbene, noi ridaremo normalità a questa città – conclude – e rimetteremo al centro le periferie e restituiremo dignità a tutti e ovunque».

Antonio Mercurio

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