Beni confiscati, via altro giudice Chiaramonte lascia il suo incarico

Continua a scuotere il Palazzo di giustizia di Palermo l’inchiesta della Procura di Caltanissetta sulla gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia. Dopo Silvana Saguto, dimessasi in seguito alle indagini della Procura nissena, ora è la volta di Lorenzo Chiaramonte, giudice delle Misure di prevenzione del Tribunale del capoluogo siciliano che ha chiesto il trasferimento ad altra sezione. Il presidente del Tribunale di Palermo, Salvatore Di Vitale, «preso atto della disponibilità di Chiaramonte, giudice della sezione Misure di prevenzione, a essere destinato ad altra sezione del Tribunale, ha designato al posto di Chiaramonte Luigi Petrucci, finora gip, dando esecuzione immediata al provvedimento». Chiaromonte è indagato per abuso d’ufficio, nell’ambito dell’indagine che ha coinvolto l’ex presidente delle Misure di Prevenzione, Silvana Saguto, indagata anche per corruzione. 

Chiaromonte non si sarebbe astenuto in occasione dell’incarico di amministratore di beni sequestrati a una persona a lui molto vicina.  «Questa determinazione – prosegue Di Vitale – intende tempestivamente garantire la continuità e la piena funzionalità di un organo giudicante, da anni centrale nella strategia di contrasto dello Stato alla criminalità mafiosa. Il provvedimento mira, altresì, ad agevolare i doverosi accertamenti in corso che potranno svolgersi in un clima di serenità idoneo a favorire i più dettagliati approfondimenti». Il presidente del Tribunale, che aveva già sostituito Saguto con Mario Fontana, ha disposto l’acquisizione d’ufficio degli atti della sezione Misure di prevenzione, chiesti nei mesi passati, ma non arrivati nella loro completezza.

Il presidente Di Vitale, ha avviato un’operazione trasparenza con una ricognizione sui casi trattati negli ultimi tempi dalla sezione misure di prevenzione presieduta fino all’altro giorno dalla Saguto. Di Vitale ha ritenuto di svolgere accertamenti interni per avere un quadro più chiaro di ciò che accadeva nella sezione che decide la sorte dei tesori di mafia. La ricognizione sarà svolta con il nuovo presidente Mario Fontana, successore della Saguto. «Questa ricognizione – ha detto Di Vitale – è stata decisa per assicurare la massima trasparenza e pubblicità all’attività svolta». 

Ieri, anche il Csm ha avviato accertamenti sui magistrati di Palermo coinvolti nell’inchiesta nissena. Si tratta, in tutto, di una decina di persone individuate come gli attori di una rete che metteva insieme affari, relazioni di amicizia e legami familiariSul caso è stato aperto un fascicolo, di cui si occuperà la Prima Commissione, competente sui trasferimenti per incompatibilità ambientale e funzionale dei giudici. Oltre all’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto, tra gli indagati ci sarebbero l’ex componente del Csm Tommaso Virga, ora presidente di sezione nel tribunale palermitano, il pm della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano Dario Scaletta, che avrebbe dato alla Saguto conferma al sospetto di essere finita sotto indagine, e Chiaromonte, giudice della sezione misure di prevenzione, che non si sarebbe astenuto quando ha firmato l’incarico di amministratrice giudiziaria a una persona a lui molto vicina.

Il nome di Virga affiora dalle intercettazioni della Guardia di finanza, come quello del figlio Walter, amministratore dell’impero economico dei Rappa. Un altro caso di scambio di favori, sostengono i pm di Caltanissetta. Virga nega di essersi mai interessato a vicende disciplinari nell’interesse di Saguto e si dice pronto a chiarire ogni cosa.

Redazione

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