Benedettini, aperta l’aula studio nei locali dell’ex bar Studenti: «Soddisfatti, ma nostra battaglia continua»

I locali dell’ex monastero dei Benedettini – che fino a qualche anno fa ospitavano il bar e che erano rimasti chiusi per più di due anni – hanno riaperto i battenti alle otto di questa mattina. Dopo l’occupazione degli spazi da parte degli studenti del coordinamento universitario iniziata lo scorso 9 novembre, durante la riunione con il rettore Francesco Basile e i rappresentanti dei vari corsi di laurea la decisione era stata quella di farne un’aula studio in attesa che parta anche la gara d’appalto per la riapertura del servizio ristoro

La fruibilità dei locali era stata bloccata per un contenzioso tra l’Università e la ditta che aveva precedentemente in gestione il bar. Per più di due anni solo polvere e tanto materiale accatastato hanno occupato le varie stanze. «Durante la tavola rotonda con il rettore e i rappresentanti dei corsi – spiega a MeridioNews Lara Torrisi del coordinamento universitario – la proposta di noi studenti è stata che, in attesa dell’affidamento del servizio del bar, per il quale passerà come minimo ancora un anno, intanto quegli spazi venissero aperti agli studenti da usare come aula studio». 

La proposta è stata accolta e così dopo i lavori di pulizia straordinaria, senza bisogno di cerimonie e di taglio del nastro, da questa mattina gli studenti universitari etnei possono usufruire di 45 tavoli e circa 200 posti a sedere. «Chi è arrivato alle 12 già non ha più trovato posti liberi, c’era il tutto esaurito – racconta Lara – Tanta era la nostra voglia di andare là con i nostri libri e avere un posto in cui studiare in tranquillità e la soddisfazione di esserci riappropriati di uno spazio chiuso, per troppo tempo rimasto inutilizzato».

«Anche perché – precisa la ragazza – qui ai Benettini c’è una sola altra aula studio, per il resto ci arrangiamo sul famoso ponte o in altri spazi ricavati nei vari corridoi dove sono stati collocati tavoli e sedie per non più di 20 posti ciascuno». Spazi insufficienti se si considera che la struttura di piazza Dante non è frequentata solo dagli studenti di Scienze umanistiche ma anche dai loro colleghi di Giurisprudenza o dei corsi di studio a indirizzo scientifico. Si tratta di un’affluenza di migliaia di studenti ogni giorno e «la mancanza di luoghi adatti in cui poter studiare si percepisce tantissimo», lamentano. 

Intanto oggi si dicono soddisfatti del risultato ottenuto ma «la nostra campagna sulla mala gestione degli spazi e gli sprechi che ne conseguono riparte già da domani e non si fermerà finché non avremo risultati concreti», annunciano dal coordinamento. Il riferimento è alla questione delle denunce sugli affitti che gravano sui conti dell’università di Catania senza tradursi in servizi e strutture efficienti per gli iscritti. «È vero – afferma Lara – che il rettore si è impegnato a ridurre gli affitti di alcuni locali ma occorre soprattutto ottimizzare l’impiego delle risorse dell’ateneo, sia quelle economiche sia il patrimonio già nelle disponibilità di UniCt». 

Marta Silvestre

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