Il problema del randagismo tocca diversi Comuni ai piedi dell’Etna. Tra questi c’è anche Belpasso, dove lo scorso 25 aprile delle volontarie hanno segnalato una cagnetta in fin di vita in via Grecia, a pochi passi dal Villaggio del Pino. A raccontare l’accaduto a MeridioNews è Rosalba Filippelli, attivista della Lega Antivivisezionista etnea. «La segnalazione mi è stata data intorno alle 14 da un’altra volontaria – racconta – Ho saputo che dopo un’ora i vigili non erano ancora intervenuti, così li ho chiamati». La risposta della polizia locale sarebbe arrivata dopo diverse chiamate. «All’inizio non mi ha risposto nessuno, poi sono riuscita a mettermi in contatto coi vigili solo attraverso i carabinieri – continua la donna – L’agente di turno in quel momento ha detto di essere da solo, così mi ha suggerito di andare a recuperare il cane. Ma alla telefonata successiva si è rimangiato tutto, dicendomi che sarebbero intervenuti loro poco dopo».
Intanto, dopo tutte le chiamate e le segnalazioni da parte di Filippelli, il tempo passa. Quando, poco prima delle 18, i vigili vanno sul posto trovano l’animale senza vita. «È inutile dire che, se fossero intervenuti prima, il cane poteva essere salvato – osserva – Tra le altre cose, il vigile mi ha detto che la clinica privata non l’avrebbe curato, credo per delle presunte morosità passate del Comune». Secondo quanto sostiene la donna, anche in passato si sono verificati casi simili. «Qualche anno fa, sempre a Belpasso, è capitato che non hanno prestato soccorso a un cane abbandonato – commenta Filippelli – Per questo motivo, in quell’occasione, ho sporto denuncia». I cani randagi possono essere soccorsi dal Comune solo se mordaci o se si trovano in situazioni di salute abbastanza compromesse. Quando questo si verifica, i vigili devono contattare l’Asp veterinaria, che a sua volta indicherà una clinica privata. La presenza dei cani nella città etnea è molto diffusa: sia nelle strade del centro sia in periferia, dove spesso capita di vedere branchi che, specie nelle ore serali, rischiano di essere travolti dalle automobili.
Sui tanti casi di randagismo a Belpasso il sindaco Daniele Motta conferma l’assenza di un accordo con le cliniche dovuto a motivi economici. «Un sostegno degli ambulatori privati comporterebbe un’altra spesa importante – sottolinea Motta – Tuttavia davanti a casi veramente gravi possiamo intervenire pagando lo studio veterinario. Non ne sapevo ancora nulla di quanto accaduto il 25 aprile, altrimenti saremmo intervenuti, com’è accaduto altre volte. Mi informerò coi vigili per vedere cosa è successo». Dall’altro lato, però, il Comune ha in vigore un accordo con il canile Acae di Mascalucia. «Paghiamo circa 200mila euro per la convenzione – precisa Motta – Riconosco che il problema è presente, ma noi stiamo facendo il possibile per microchippare e sterilizzare i cani in un ambulatorio veterinario comunale. In alcuni randagi stiamo mettendo dei collari per segnalarli come cani di quartiere che lo stesso ambulatorio monitora».
Per risolvere definitivamente il problema, Motta ammette che le forze delle amministrazioni locali non bastano. «Belpasso ha un territorio vastissimo e non è il solo ad avere questo problema – conclude Motta – Dobbiamo fare i conti con i pochi vigili che abbiamo a disposizione. Ma soprattutto, sul fronte randagismo, non esiste il sostegno delle Asp veterinarie e degli enti preposti a livello regionale. I Comuni vengono spesso lasciati soli a risolvere un problema davvero delicato».
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