Un siciliano al campionato mondiale dei bartender «Con i nuovi clienti punto su un gin tonic perfetto»

Il miglior bartender d’Italia è siciliano. Si chiama Simone Molè, è nato a Modica 31 anni fa ed è general manager del Neo di Cefalù. Ha sbaragliato la concorrenza di tutti alla finale nazionale del Diageo Reserve World Class 2021, la prestigiosa competizione  istituita da Diageo Reserve che celebra l’arte della mixology e che mette in scena il più autorevole palcoscenico del settore dei luxury spirits mediante la ricerca e la selezione dell’élite dei bartender.

«Non me lo aspettavo, ma sapevo di potercela fare – racconta Simone -. Solo così, secondo me, si possono ottenere certi traguardi nella vita». La finale nazionale, blindatissima e a porte chiuse, si è tenuta al Drink Kong di Roma e ha visto sfidarsi tre finalisti provenienti da tutta Italia selezionati tra i dieci migliori del paese dagli esperti Diageo dopo una prima fase di competizione svoltasi in via digitale. Come ogni anno i bartender si sono confrontati con i prodotti Reserve, la gamma di distillati del portfolio luxury di Diageoche comprende il gin Tanqueray No. Ten, il whisky Johnnie Walker, Bulleit Bourbon, la vodka Ketel One, il rum Zacapa e il tequila Don Julio.

«Nel nostro piccolo mondo questo traguardo è come vincere la Champions League per un calciatore o un mondiale di Formula 1. Venendo da una vita normale, è un grandissimo risultato e devo ringraziare chi mi ha dato la possibilità di poter arrivare qui dove sono. Il mio percorso è fatto di tantissime persone che nel corso degli anni mi hanno aiutato e sostenuto».

Molè ha battuto gli altri concorrenti superando prove di creatività e tecnica che hanno messo in luce le sue abilità dietro al bancone. La vittoria è giunta dopo un primo taglio che ha portato i finalisti da dieci a tre attraverso le prove The Beginning, in cui i barman dovevano proporre il cocktail con il quale si sono candidati alla competizione, e la leggendaria Mistery Box che ha messo a dura prova la loro competenza e capacità di improvvisazione.

Simone e gli altri due super finalisti poi si sono misurati con lo Speed Round: The Untouchable, prova a tempo con a disposizione solo dieci minuti per preparare cinque classici della mixology, e la Elements3Ingredients, sfida che ha richiesto la realizzazione di un drink a base di Tanqueray No. Ten e due ingredienti a scelta collegandolo narrativamente a un città, un mood e una canzone.

Certi clienti, al bancone, storcono il naso se il cocktail non appare come lo immaginano loro. Come si fa a essere creativi, accontentare i clienti e rivisitare i grandi classici mettendoci la propria firma? «La prima caratteristica del nostro lavoro è quella di sapersi immedesimare nella posizione dell’ospite. Non siamo al comando, anzi, siamo alla fine di una gerarchia dettata da ciò che il cliente desidera – spiega Simone -. Bisogna innanzitutto saper fare i cocktail classici in modo perfetto, è la base da cui partire, e conquistare il cliente prima di tutto con quelli. È, poi, la confidenza che si raggiunge col tempo che permette di dare il proprio tocco a una ricetta classica. Personalmente – continua – non mi permetto mai, al primo incontro con un ospite del bar, di forzare la mano. Preferisco farlo sentire a casa sua con un Negroni o un Gin tonic, cercando di farlo nel miglior modo possibile e sperando sia più buono di quello dei miei competitor».

Conquistata la giuria con la sua abilità e padronanza della situazione, Simone Molè è ora pronto per volare in finale per rappresentare l’Italia alla World Class prevista dal 5 all’8 luglio e contendersi il titolo di Bartender of the Year 2021 con altrettanti professionisti del settore da tutto il mondo. Come si sta preparando?

«Sto iniziando solo ora a godermi la vittoria e a realizzare quello che è successo. Ora inizia un nuovo percorso e sono consapevole che duro lavoro e tanto impegno sono il segreto per portare a casa i risultati. La finale global è lunghissima e fatta di tante prove. Dovrò affrontare gli altri barman competitor che hanno vinto le loro finali nazionali e quindi devo essere super concentrato e preparato. Nella finale italiana non si è mai scherzato – aggiunge – ma lì bisogna essere veramente preparati. Sono nella posizione che sognavo da piccolo e quindi adesso mi tocca solamente lavorare ed essere concentrato». 

Giorgia Lodato

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