Sembra tornare il sereno a Belpasso dove da mesi si sono registrati disservizi nella consegna di lettere e pacchi nelle case dei cittadini. In diverse settimane, infatti, si sarebbe accumulata tanta posta nel centro smistamento di via Quasimodo, con decine di utenti che hanno subito danni di notevole rilievo. A un residente del centro cittadino la compagnia telefonica ha tagliato la linea, in quanto in attesa della fattura dallo scorso novembre; oppure sono diversi i casi di utenti ancora in attesa di pacchi – già pagati – dallo scorso dicembre. E ancora, si sono verificati pure episodi in cui i cittadini hanno visto recapitare al proprio domicilio bollette con mensilità differenti. Ma la vicenda sarebbe in via di definizione.
Secondo alcune indiscrezioni, anche aziende private attive a Belpasso avrebbero subito disagi dalla mancata consegna della posta. Come si diceva, la vicenda starebbe per risolversi. Il sindaco di Belpasso Carlo Caputo ha avuto più di un incontro con i responsabili delle Poste Italiane, proprio per trovare le opportune risoluzioni al problema, anche perché sono stati numerosi i cittadini che, nelle scorse settimane, si sono recati negli uffici comunali a manifestare le proprie rimostranze sul disservizio. L’ultimo incontro questa mattina con i responsabili di Poste Italiane. Da martedì i portalettere, dopo le proteste, sono stati aumentati – trasferiti da altre località e uffici -, passando da cinque a dieci. Nelle prossime ore, quindi, dovrebbe essere smaltita tutta la posta in giacenza ristabilendo la normalità del servizio.
Le proteste sono state forti in città. La scorsa settimana il sindaco Caputo aveva inviato una lettera di lamentele alla direzione di Poste Italiane e, per conoscenza, anche alla procura della Repubblica di Catania e alla prefettura etneo. Mentre sulle rimostranze dei cittadini di Belpasso, nei giorni scorsi, sono intervenuti i sindacati. La segretaria della Slc-Cgil di Catania Lucia Torrisi e il responsabile al dipartimento ai Recapiti privati Antonino Gelardi. «Dal 2014, anno del licenziamento dei lavoratori utilizzati in appalto per il servizio della consegna delle raccomandate – hanno sottolineato i sindacalisti – i problemi si sono susseguiti fino all’esasperazione. Da allora quei lavoratori sono stati licenziati a causa di una politica distorta di internazionalizzazione che ha penalizzato duemila lavoratori a livello nazionale (di cui 60 a Catania, dipendenti ex Palma srl), e gli stessi utenti ai quali non è stato più possibile garantire la qualità del servizio di recapito».
«Fa veramente rabbia apprendere di questi disagi, sapendo che c’è invece chi, per oltre 15 anni, ha diligentemente svolto questo servizio per conto di Poste Italiane. Lavoratori che, da quasi 36 mesi, sono costretti in uno stato di disagio sociale ed economico, aggravato dal fatto che gli ammortizzatori sociali sono in via di esaurimento, mentre la più grande azienda di recapito italiana perde credibilità, qualità e consensi», dichiarano Torrisi e Gelardi. «Invitiamo tutti i parlamentari siciliani, regionali e nazionali, a intervenire a sostegno del servizio pubblico universale che dovrebbe erogare Poste Italiane, e di tutti i lavoratori di Poste Italiane e degli appalti, al fine di scongiurare queste politiche scellerate che hanno permesso il licenziamento di centinaia di lavoratori nel nostro territorio», concludono.
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