Bellolampo, la Rap: la sesta vasca chiusa dal 25 luglio Norata: «Primo settore settima pronto a maggio 2020»

Come previsto luglio è stato il mese decisivo per la discarica di Bellolampo. Mancano solo pochi giorni e la VI vasca avrà esaurito «tutti i volumi finora autorizzati e pertanto si procederà alla chiusura» recita una nota inviata dalla Rap. La nota riporta la data del 22 luglio ma in realtà è stata spostata al 25 come afferma Giuseppe Norata, amministratore unico della società: «Abbiamo trovato il modo di riuscire ad abbancare rifiuti per altri tre giorni».

Dopo il 25 luglio allora cosa succederà? «Le ipotesi al vaglio sono due – spiega Norata – la prima è quella che i rifiuti vengano conferiti presso uno dei tre impianti individuati in Sicilia, che probabilmente sarà l’Oikos di Motta Sant’Anastasia, nel Catanese. L’altra ipotesi è quella di abbancare i rifiuti in un deposito temporaneo nell’area ex inerti, ma questa ipotesi è soggetta all’autorizzazione D15 del dl 152 che prevede il via libera da parte dell’Asp, dell’Arpa e di altri organismi deputati ma questa operazione non potrà essere portata avanti per più di due mesi e mezzo o tre».

Anche se per tre mesi l’immondizia potrà essere tenuta in un’area di Bellolampo, trasferire rifiuti in altri siti sembra quindi ormai inevitabile dato che la settima vasca non sarà operativa in tempi utili. Questo però comporterà un aumento dei costi di trasporto e di conferimento. «Per quanto riguarda i tempi di realizzazione della settima vasca di Bellolampo – aggiunge Norata – oggi è in corso un’ulteriore conferenza di servizi. Se i tempi previsti dovessero essere quelli annunciati dal Rup il primo settore della settima vasca non sarà pronto prima di maggio 2020. La situazione comunque resta sotto controllo».

Intanto, associazioni, comitati e cittadini, con gli avvocati Nadia Spallitta e Anna Cucina, promuovono una class action rivolta ad ottenere il ripristino del regolare servizio di raccolta dei rifiuti e l’attivazione efficiente della raccolta differenziata. «Da troppo tempo la città versa in una condizione di degrado che mette a rischio anche l’igiene e la salute dei cittadini, situazione inaccettabile anche alla luce dell’oneroso costo della tari che è salito nel 2019 ad un importo di ben 128 milioni di euro, costo a cui non corrisponde in nessun modo né la qualità né l’efficienza del servizio – osservano -. Per questo motivo domani 18 luglio alle ore 12, presso lo spazio Lolli di piazza Lolli 15/18, le associazioni e tutti i cittadini che vorranno aderire, sottoscriveranno il primo atto della class action, diffidando l’amministrazione comunale e la Rap a garantire la regolare pulizia della città, la raccolta dei rifiuti e soprattutto la differenziata, in relazione alla quale la percentuale cittadina è bassissima (circa il 12%) con aggravio di spese per i palermitani per il trasporto a discarica, la violazione dei limiti europei (60-65%), il percolato, l’inquinamento dell’ambiente, il mancato uso, riuso e riciclo. Nel caso di inottemperanza alla diffida, associazioni, comitati e cittadini, presenteranno il ricorso al Tar previsto dalle leggi poste a tutela dei consumatori».

Hanno aderito all’azione, tra le altre: Associazione Comitati Civici Palermo – presidente Giovanni Moncada; pro loco Nostra Donna del Rotolo – presidente Giuseppa Taormina; Comitato Via Giulio Bonafede, Piazza Russia – presidente pro tempore Maurizio Orlando; Associazione Vivo Civile presidente Marcello Robotti; Comitato Civico Quartiere Pagliarelli – presidente Dario Saia; gruppo Uniti per Bonagia, amministratore Fabio Patricolo; gruppo Terza Circoscrizione Comune di Palermo – amministratori Roberto Scaffaro e Anna Maria D’Amico; Comitato Per Palermo; Palermo Città Futura; Associazione Isola Felice, presidente Giorgio Albanese.

«La discarica di Bellolampo VI vasca è esaurita e dal 22 luglio chiuderà. In attesa della realizzazione della VII vasca (a volere essere ottimisti il primo lotto non sarà consegnato prima di aprile-maggio 2020) da lunedì prossimo i rifiuti indifferenziati di Palermo trattati dal TMB viaggeranno fra Catania e Siculiana con un aggravio di costi per il 2019 fra trasporto e smaltimento di circa 10-12 milioni di euro – osserva sulla vicenda anche il consigliere comunale 5 stelle Antonino Randazzo -. Altre ipotesi si ritengono non percorribili oltre che non condivisibili anche per questioni ambientali, come l’idea del dottore Norata di stoccare presso il piazzale di Bellolampo circa 20.000 ecoballe nei prossimi tre mesi così come prevedere di abbancare ecoballe in una cava di Altofonte abbandonandole lì a tempo indeterminato».

«Oneri aggiuntivi cui il Comune di Palermo ha deciso di non farsi carico – prosegue Randazzo – e che l’amministratore unico della Rap non ha preteso assumendosi un grande rischio con la conseguenza che andrà tutto ad aggravare i conti già precari della società Rap spa che, ricordiamo, nel 2018 ha già chiuso con una perdita di 12 milioni di euro e rischia con questi ulteriori costi di andare presto in sofferenza perché le discariche private non accettano dilazioni di pagamento e dovranno essere pagate tempestivamente alla scadenza delle fatture. Basterebbe già questo per chiedere le dimissioni del presidente Norata».

Stefania Brusca

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