Negli ultimi giorni di gennaio, la polemica sui Centri Sociali Occupati è tornata ad infiammare le vie della città. E’ proprio di un paio di settimane fa, infatti, la pubblica presa di posizione di Azione Giovani contro i ragazzi che occupano i locali dei CSO Auro ed Experia, accusati di praticare discriminazioni politiche e di appoggiare le culture della violenza, della droga e dell’intolleranza.
Giacomo Bellavia, Presidente Provinciale di Azione Giovani e consigliere comunale del Pdl ha approfondito con Step1 le motivazioni che hanno spinto il suo movimento ad un attacco così deciso ad Auro ed Experia.
Parliamo prima di un centro sociale, poi dell’altro. L’Auro… Perché Azione Giovani ne propone lo sgombero?
Sul centro sociale Auro si entra nell’ambito della riqualificazione del patrimonio immobiliare comunale. Lo stabile è molto grande ed è totalmente inutilizzato, perché di fatto non ci sono attività sociali e s’è ridotto ad uno spazio di bivacco, mentre, negli anni passati, qualcosa la organizzavano. Il Comune spende quasi venti milioni di euro all’anno per affittare beni di privati, e questo è un grave danno per la nostra economia che si potrebbe evitare se si sfruttassero appieno le strutture comunali.
Si tratta solo di questo?
Il modello del centro sociale occupato, sia di sinistra che di destra viene concepito avendo alla base un’idea discriminatoria: ci si aggrega in base ad un’appartenenza politica e si esclude chiunque non sia d’accordo. Inoltre, l’atto di occupare abusivamente un immobile è di per sé illegale, senza contare il furto di energia elettrica, l’organizzazione di manifestazioni non autorizzate e, soprattutto, la consuetudine di consumare sostanze stupefacenti, pesanti e leggere. E’ un modello sbagliato.
Quali sono le vostre proposte?
Vogliamo creare delle comunità giovanili, luoghi d’aggregazione concertati con le istituzioni e gli enti locali, in cui i giovani si incontrino senza discriminazioni di sorta, politiche o sociali, e sulla base di valori sani e condivisi.
Auro ed Experia sono funzionalmente molto diversi. Trovi che, ai fini della vostra proposta, una generalizzazione che li metta sullo stesso piano sia necessaria?
Ci preme di più la restituzione del patrimonio immobiliare dell’Auro. Certo, il discorso non cambia molto per l’Experia, solo che quello non è un immobile comunale, bensì regionale. A tal proposito, sono a conoscenza della preparazione di un’interrogazione alla Regione per lo sgombero anche di quel CSO. Ogni esperienza di socialità va benissimo, purché non sia settaria, discriminatoria e violenta: i centri sociali occupati lo sono.
Gli occupanti dell’Experia hanno diffuso un comunicato stampa, il giorno dopo quello di Azione Giovani, e hanno rivendicato il loro ruolo all’interno del quartiere, ricordando che tra le altre cose, hanno creato una palestra, una ciclofficina, che organizzano cene sociali e mostre. Non è questa, forse, una maniera di fare aggregazione?
Il Centro Sociale Experia, è vero, porta avanti delle iniziative, ma il più delle volte lo fa con toni estremi e violenti che non permettono una sana comunicazione. E’ discutibile, poi, che, pur trovandosi in via Plebiscito, esso sia veramente aperto al quartiere. A me non risulta che la gente delle aree limitrofe usufruisca di quel centro. Noi, per questo, proponiamo dei modelli alternativi, che rispettino le regole.
Le comunità giovanili, che Azione Giovani promuove, si inserirebbero anche in un progetto di riqualificazione territoriale?
Ci sono strutture che non vengono utilizzate e che dovrebbero essere sfruttate. Parlo di Villa Fazio, o dell’impianto sportivo abbandonato di Viale San Teodoro… E’ un peccato lasciare al degrado gli spazi del comune, abbandonandoli nelle mani di chi non sa gestirli e calarli nella vita dei quartieri più disagiati.
A Catania, ci sono altri due posti che mirano al miglioramento sociale e culturale dei quartieri in cui si trovano: l’Iqbal Masih, a Librino, e il Gapa, a San Cristoforo. Di quelli cosa pensate?
Innanzitutto non credo che quelli si trovino in locali abusivamente occupati, e comunque lì si fa attività di volontariato e di servizio per il quartiere. Nel momento in cui dovessero deviare in una direzione politica, non saremmo d’accordo.
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