«Vincere questo trofeo è stata una grande emozione. Questa squadra si è trovata costretta ad affrontare diverse avversità ed è stato bello per noi venirne fuori al top. Credo che lo meritiamo». Dearica Hamby non ha dubbi dopo la vittoria in Coppa Italia conquistata qualche giorno fa dalla Passalacqua Ragusa (il secondo trofeo nella storia delle iblee) che ha battuto in finale l’Allianz Geas Sesto San Giovanni dopo aver avuto la meglio su Vigarano e Schio. Ala grande delle biancoverdi e classe ’93, la giocatrice è stata mvp (most valuable player o migliore in campo) proprio della finale. Statunitense e nativa di Marietta, in Georgia, è alta 1,90. Nel 2017 approda a Ragusa, sua prima esperienza nel basket europeo e italiano in particolare: «Penso che qui il basket sia competitivo. Le partite che non sono così competitive sono invece molto fisiche. Quindi lì è difficile fare gioco».
In passato la venticinquenne ha giocato anche in WNBA (la Nba femminile) vestendo le maglie, o meglio le canotte, di San Antonio Spurs e Las Vegas Aces. Diverse le differenze tra il basket nostrano e quello a stelle e strisce: «Ovviamente pianificazione e calendario – prosegue Hamby – sono differenti in America. Lì, tra l’altro, tutte sono veloci e forti tanto quanto te». La cestista, però, sembra essersi ambientata benissimo nella città iblea e, più in generale, in Sicilia, terra che ha imparato ad amare: «Di Ragusa amo l’atmosfera familiare. Mi sento sicura e amata dappertutto e sempre, non importa dove ci troviamo. Un po’ in tutta la Sicilia c’è un’atmosfera familiare. Ho imparato a conoscere il popolo siciliano e amo come sono fatte le persone qui». E tra le cose apprezzate c’è ovviamente anche la cucina dell’isola: «A dir la verità c’è anche qualcosa che odio, ovvero quando vado al bar e non riesco a trovare il mio cornetto con Nutella (ride, ndr). Se però mi devo soffermare sugli aspetti culinari, mi piacciono tantissimo i cannelloni».
Non solo un’atleta, Dearica Hamby è infatti prima di tutto una mamma. La ragazza ha una figlia di due anni, Amaya, che sicuramente è di gran lunga superiore a qualunque tipo di trofeo si possa portare a casa: «Per prima cosa sono una mamma. Ma so benissimo che per provvedere a tutti i bisogni di mia figlia devo lavorare. E lei fortunatamente lo capisce. Mi saluta con un “Bye” quando vado ad allenarmi, mentre quando torno mi dice “mama shoot all day (mamma ha tirato a canestro tutto il giorno)”, cosa che mi fa arrabbiare. So però che entrambe a lungo andare impareremo ad apprezzare questa vita». Idee chiare anche sul futuro per la 25enne statunitense che vuole regalare qualcosa a una terra che l’ha praticamente adottata: «Voglio vincere il campionato per questa squadra e per questa città. Amo Ragusa e spero veramente di poterle fare questo regalo. Sono tornata – conclude infine Hamby – appositamente per questo».
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