Il gip di Palermo non ha convalidato il fermo disposto dalla polizia nei confronti di Salvatrice Spatafora e dei suoi figli Mario e Vittorio, indagati per l’omicidio del marito e padre dei ragazzi, Pietro Ferrera. Per il giudice, il provvedimento non doveva essere disposto perché non ci sarebbe stato pericolo di fuga. Come chiesto dalla Procura, invece, il gip ha applicato a tutti e tre la custodia cautelare in carcere. Per i tre anni di insulti, botte, umiliazioni: è drammatico il racconto di Mario e Vittorio Ferrera, interrogati dal gip di Palermo che dovrà decidere sulla convalida dei fermi disposti nei loro confronti dalla procura che li accusa di omicidio. Insieme alla madre, Salvatrice Spataro, venerdì notte hanno assassinato nell’abitazione – nell’abitazione di via Falsomiele – con 33 coltellate il padre, Pietro Ferrera, ex militare riformato per problemi psichici. Al termine di un interrogatorio drammatico, a cui ha preso parte il pm Gianluca De Leo, il giudice si è riservato sia sulla convalida del provvedimento che sulla richiesta di custodia cautelare in carcere fatta dalla procura.
L’avvocato Maria Antonietta Falco, legale di Salvatrice Spataro e dei figli Mario e Vincenzo, ha chiesto invece per i suoi assistiti gli arresti domiciliari. Secondo il legale, infatti, da parte dei familiari manca la pericolosità: avrebbero reagito a una situazione di violenze fisiche e psicologiche patite negli anni e delle quali hanno reso piena confessione. Tra le altre cose Ferrera, titolare di un bar a Ballarò, avrebbe privato i familiari dell’acqua calda per risparmiare sui costi e anche perché lui, ex militare, riteneva un gesto virile utilizzare l’acqua fredda per lavarsi. Il gip Walter Turturici deciderà nelle prossime ore se convalidare o meno il fermo disposto dal pm Gianluca De Leo.
I due ragazzi di 20 e 21 anni e la madre hanno confessato il delitto e raccontando il clima di terrore che si respirava in famiglia. «Ci picchiava – hanno detto -, una volta ha preso a ginocchiate nostro fratello minore e che soffre di una grave malattia». Ferrera avrebbe minacciato più volte violenza nei confronti dei nonni dei ragazzi e delle famiglie delle loro fidanzate e questo li avrebbe convinti a non rivolgersi alle forze dell’ordine. Fino a giovedì scorso quando erano andati da una poliziotta a cui avevano raccontato tutto in attesa di presentare una denuncia formale. Venerdì notte, dopo l’ennesima lite, la vittima avrebbe preteso un rapporto sessuale con la moglie che, stanca di subire, approfittando del fatto che il coniuge fosse disteso sul letto di spalle lo ha colpito al collo. L’uomo ha reagito aggredendola e a quel punto i figli sentendo le urla della donna sono intervenuti per difenderla, colpendo il padre con dei coltelli da macellaio. Uno nella colluttazione si è anche tagliato il tendine di un braccio. È stata poi la madre a chiamare il 118 e a confessare l’omicidio.
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