Dai domiciliari al carcere, nonostante l’età avanzata. È quanto disposto dal tribunale di Messina per Filippo Milone, 81enne, ritenuto capo della famiglia mafiosa dei Barcellonesi. Già condannato per associazione mafiosa ed estorsione, l’uomo da fine gennaio si trovava ristretto all’interno della propria abitazione in una condizione che, sulla carta, non avrebbe previsto contatti con estranei. Il condizionale però è d’obbligo.
I carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto hanno infatti scoperto che Milione, sfruttando il terreno alle spalle dell’immobile continuava a dirigere le attività del gruppo, riuscendo a coordinare le estorsioni di generi alimentari da girare ai familiari degli affiliati che si trovano rinchiusi in carcere. Per i militari Milone, che è stato coinvolto nell’inchiesta antimafia Gotha VII, si sarebbe comportato ancora da leader. A provarlo anche il fatto che le istruzioni dell’81enne venivano seguite alla lettera. In un caso, per esempio, un esponente della famiglia mafiosa si rallegrava per avere ricevuto un importante quantitativo di carne.
Dopo essere stato arrestato dai carabinieri, Milone è stato portato in una cella del carcere Gazzi di Messina. A giugno l’uomo era stato destinatario di un sequestro preventivo di beni del valore di 30mila euro perché ritenuto responsabile del reato di intestazione fittizia di beni con l’aggravante del metodo mafioso.
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