Puntuale come ogni anno, dalla sua prima apparizione nel 2008 nel Mediterraneo, ecco spuntare di nuovo l’ostreopsis ovata a Barcarello, una microalga marina giunta, in maniera spontanea e naturale, anche nel nostro mare e da anni monitorata dagli esperti dell’Arpa e dall’area tecnica unità operativa complessa St3. A dare l’avviso è il Comune di Palermo, che raccomanda di non sostare nelle immediate vicinanze della zona balneare, senza però fornire ulteriori dettagli. È denominata, nell’ambiente, l’alga invisibile perché quasi impossibile individuarla ad occhio nudo. Si trova in genere nelle acque calde dei mari tropicali, ma alcune condizioni climatiche particolari hanno permesso a quest’alga di svilupparsi, nei mesi di luglio e agosto, anche alle nostre latitudini.
Non è letale, ma può comportare malessere, specie a livello respiratorio. «Non è una cosa nuova e non è arrivata in realtà da un giorno all’altro», conferma a MeridioNews il direttore di Arpa Palermo Giovanni Abbate. «Le conseguenze dipendono in un certo senso dalla sensibilità del singolo: l’alga ad alcuni può dare problemi di rinite, tosse, respirazione difficile – dice – Una stimolazione particolare generata dalle tossine prodotte dall’alga, quelli che ne risentono di più in genere sono in bambini».
«Quello del Comune è un semplice avviso, non un vero e proprio divieto di balneazione – conclude Abbate – Chi è più sensibile non stia vicino alla zona, ma non solo evitando di fare il bagno, ma anche in prossimità della spiaggia. È un fenomeno comunque naturale da parte di un’alga che si è ormai stabilita nei nostri mari». Secondo le ipotesi degli esperti la tossicità può essere infatti associata all’inalazione di tossine prodotte dall’alga o da frammenti di cellulle della stessa. Tossine che vengono trasportate anche fino ai bagnanti rimasti lontani dal mare quando si verificano condizioni di alta pressione atmosferica e condizioni climatiche particolari, quando l’acqua raggiunge temperature elevate o ci sono venti e brezze marine. Quello che si vedrà in superficie saranno delle strane opalescenze, schiuma e un materiale di consistenza gelatinosa galleggiare. Mentre sott’acqua che è dove si radica, l’alga avvolge interamente gli scogli e quello che si trova nelle immediate vicinanze e i suoi effetti sono visibili proprio sulla fauna che abita i fondali: i ricci perdono tutti gli aculei e le stelle marine i bracci.
Nelle persone, invece, i sintomi secondo gli esperti possono essere diversi: faringite, tosse, disturbi respiratori, cefalea, nausea, raffreddore, congiuntivite, dermatite e in alcuni anche vomito. «Il problema legato a quest’alga sostanzialmente è che non si può prevedere per tempo, dipende dalle condizioni atmosferiche. Nel senso che le alghe sono sempre presenti nel mare, però talvolta in base alle condizioni climatiche sviluppano una tossina, mentre in altre circostanze no», spiega anche Nicolò Tirone, responsabile dell’unità operativa per Arpa Palermo, fino a qualche anno fa impegnato in prima persona nel monitoraggio dell’alga invisibile. «Gli effetti cambiano a seconda della persona, ma i più a rischio sono i bambini e gli adulti in situazioni particolari».
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