Bando creatività urbana, le critiche del Teatro Coppola Cesare Basile: «Come la cipria su una faccia devastata»

«Lavori di riconversione dell’ex teatro comunale di via Vecchio bastione in laboratori culturali per giovani». Le amministrazioni cambiano ma i progetti sul Teatro Coppola restano uguali. Almeno secondo la voce contenuta nel nuovo piano triennale delle opere pubbliche 2014-2016. Prima era stata la giunta dell’ex sindaco Raffaele Stancanelli nel settembre 2011 a inserire il progetto, da finanziare con 1 milione e 200mila euro di fondi europei (Programma Fesr 2007-2013), nel lungo elenco degli interventi. Riconfermato nella nuova versione approvata dal consiglio comunale due settimane fa. Oggi come allora però gli unici a rendere il primo teatro pubblico di Catania fruibile e aperto sono gli artisti e i creativi che lo hanno occupato nel dicembre di tre anni fa, strappandolo all’oblio e al degrado. «E’ la stessa bugia che portano avanti da anni – commenta Cesare Basile, cantautore e guida degli occupanti all’interno della federazione siciliana delle arti e della musica L’arsenale  L’allora assessore alla Cultura aveva detto che i fondi per restaurare i locali erano pronti, ma non era vero. Oggi la stessa cifra e la stessa dicitura viene inserita nel nuovo piano triennale. Ma dove sono questi soldi?». 

I lavori di riconversione del vecchio immobile potrebbero portare allo sgombero degli occupanti. Eventualità che gli artisti hanno messo in conto da sempre. «Non ci preoccupa questo – continua Basile – quello che invece continua a farci arrabbiare è l’assenza di una politica rivolta all’associazionismo e alla cultura. Una questione che l’amministrazione pensa di risolvere con un bando da 60mila euro e distribuendo 10mila euro a qualche associazione».

Il riferimento, per nulla nascosto, è al bando sulla Valorizzazione della creatività urbana, finanziato con fondi Pari, acronimo di Partecipazione autonomia impresa responsabilità, promosso dalla direzione cultura e dalle Politiche giovanili del Comune di Catania. Vinto da sei associazioni: Gammazita, Arci Catania, Manomagia, Quadrivium, Catania Lab e Officine Culturali. «Premetto una cosa – sottolinea Basile – tutte associazioni degne, fatte da persone che lavorano sodo in città e che si meritano questo aiuto, siamo contenti che i soldi non sono finiti ai soliti fanfaroni. Ma il bando serve a mettere la cipria su una faccia devastata». 

Una metafora per indicare «il deserto che in questo momento – secondo il Teatro Coppola – caratterizza la proposta culturale dell’amministrazione. Non c’è una politica per gli spazi pubblici – denunciano gli artisti – Come vengono assegnati? A che titolo? Serve ripensare le regole che consentono di gestire un posto, ad esempio i permessi per i pubblici spettacoli. In altre città italiane si sta facendo, a Catania tutto tace. Fino a quando penseremo che un contributo o l’assegnazione di uno spazio risolvano il problema e non ci confronteremo invece sulla possibilità e la libertà di gestire quel posto, sugli strumenti da dare per mettere le persone in grado di produrre cultura, teatro, musica, non avremo fatto niente. E’ una questione che non possiamo mettere da parte perché momentaneamente arriva qualche fondo per andare avanti, le elemosine finiranno e i problemi si ripresenteranno». Un’analisi che porta il musicista a definire il bando per la creatività urbana, «un modo per gettare fumo negli occhi».

Un tema, quello dell’assegnazione dei beni pubblici, sollevato recentemente anche dall’Arci, in merito all’utilizzo del centro Midulla nel quartiere San Cristoforo, chiesto in gestione dall’orchestra Falcone e Borsellino. O dalla stessa Gammazita, tra le vincitrici del bando comunale sulla creatività urbana, che lo scorso aprile aveva lanciato il non concorso fotografico Catania abbandonata. Basile prova ad andare oltre, parlando di nuove regole di gestione, non solo di assegnazione. «Le associazioni – spiega il portavoce del Teatro Coppola – anche quelle che hanno ritenuto opportuno partecipare al bando, possono far molto, ma serve un approccio critico. Noi siamo sempre disposti al dibattito pubblico, mettiamo anche a disposizione il teatro. L’unica cosa che non accetteremo mai sono confronti privati tra la nostra assemblea e un qualunque rappresentante dell’amministrazione. Qualunque discussione la faremo davanti ai cittadini». 

Salvo Catalano

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