E’ un coro unanime di condanna quello che si leva dal mondo sindacale contro la chiusura di una ventina di filiali del Banco Popolare.
“Il Gruppo Banco Popolare abbandona la Sicilia e dichiara 70 esuberi” dice Gino Sammarco, segretario generale Uilca Sicilia. “Molti dipendenti del Banco Popolare Siciliano – lamenta – saranno costretti a fare 200 chilometri al giorno per andare a lavorare. Questa e’ la risultanza del piano industriale del gruppo Banco Popolare che ha dichiarato sostanzialmente la Sicilia territorio ‘non commerciale’. Ventisei filiali siciliane in chiusura interesseranno oltre 100 dipendenti di tutte le province. Tale ristrutturazione aziendale fara’ abbassare le saracinesche a Sciacca, Ribera, Agrigento e Licata, a cinque agenzie in provincia di Catania e a tre in citta’, a due filiali a Messina e a tre in provincia ed inoltre a Palermo e provincia e a Caltanissetta”.
“La politica e le istituzioni locali a tutti i livelli, l’Ars nel suo imperturbabile Palazzo, sono in un silenzio imbarazzante mentre in Sicilia – aggiunge il sindacalista – nelle banche si perdono posti di lavoro e le assunzioni vengono fatte solo al Nord, i lavoratori siciliani e i giovani vengono esclusi sempre e comunque dal mercato del lavoro. Solo il sindacato grida all’ingiustizia perche’, siamo molto preoccupati per il futuro di chi sara’ costretto forse ad esodi obbligatori e penalizzanti, ma certamente a pendolarismi costosi ed estenuanti che in Sicilia sono ancora resi piu’ gravosi da una rete viaria e ferroviaria inadeguata”.
Anche la segretaria generale della Fisac Cgil Sicilia, Francesca Artista, e le rappresentanze sindacali aziendali di Banco Popolare, esprimono “forte preoccupazione per la chiusura di 30 filiali in Sicilia e la conseguente riduzione di personale con l’uscita di 70 dipendenti dichiarati in esubero dall’azienda, con l’aggiunta della mobilita’ territoriale.
“In un quadro di impoverimento economico regionale e di restrizione del credito – dice Artista – un’azienda bancaria che si era connotata come banca del territorio con il suo nuovo marchio commerciale ‘Banco Popolare siciliano’, avvia un processo di abbandono della regione, smentendo clamorosamente nei fatti gli impegni di sviluppo rivolti soprattutto ad imprese e famiglie. E la sua funzione sociale”.
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