I BANCHIERI INSISTONO NEL CERCARE DI FAR PAGARE AI LAVORATORI I COSTI DI UNA CRISI CHE, IN PARTE, E’ ANCHE IL FRUTTO DEI LORO ERRORI
Nessun passo in avanti, neanche quello di una lumaca, nella trattativa Abi-Sindacati sul futuro del sistema creditizio in Italia.
Questo è l’esito dell’incontro odierno che se ha visto la convergenza dell’Abi sull’ipotesi di un nuovo modello di Banca prospettato dai Sindacati nella piattaforma rivendicativa approvata a stragrande maggioranza dalle assemblee dei lavoratori tenutesi nei posti di lavoro.
I nuovi servizi incrementerebbero i ricavi, ma secondo l’Abi ciò sarebbe possibile in tempi non brevi. Pertanto dopo tutti i discorsi da parte datoriale che non hanno portato alcun elemento di novità al tavolo negoziale, hanno preso la parola i Segretari Generali delle sigle sindacali.
In particolare, il rappresentante della Fabi, Lando Maria Sileoni, ha parlato con chiarezza ed iniziando con un dato di fatto molto amaro per le Banche: “In questo momento occorrerebbe un Presidente dell’Abi dotato forte autorevolezza che purtroppo non c’è. Ciò sicuramente nuoce sia alle Banche che ai lavoratori”.
Sileoni ha aggiunto: “Non si rileva alcun elemento di novità e quindi non si registra nessun passo in avanti”.
Insomma l’unico grillo che passa in testa ai banchieri è quello di ridimensionare i costi del personale ed a tale scopo il loro chiaro intendimento è quello di continuare a falcidiare i posti di lavoro. Ma ciò non appagherebbe i loro disegni, perché vorrebbero falcidiare i costi attraverso una contrattazione che riconosca meno diritti tra i quali “gli inquadramenti”.
Se la trattativa proseguirà su questa strada i sindacati non staranno a guardare e mobiliteranno di nuovo i lavoratori che hanno già dato una forte risposta di compattezza con lo sciopero del 31 ottobre dell’anno scorso.
Insomma, se i banchieri non cambieranno linea, iniziando a prendere in considerazione la piattaforma sindacale, si andrà a vele spiegare verso una nuova ondata di scioperi.
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