Sigilli della guardia di finanza ai beni e ad alcune quote aziendali della Elpidia Srl, azienda che gestiva diversi supermercati, dichiarata fallita nel 2019. Un fallimento dietro al quale ci sarebbero state delle mosse scorrette da parte della famiglia proprietaria, che nel 2013, in pieno dissesto, avrebbe dirottato l’intero complesso aziendale a un’altra società, la Gam Alimentare Srl, sempre di sua proprietà. In Gam Alimentare, gestita dalle stesse persone, sarebbero finiti tutti i beni aziendali mobili e immobili di Elpidia, finiti oggetto del sequestro.
Mentre Gam prendeva piede fino a diventare una società attiva sul mercato con un volume d’affari annuo superiore ai due milioni di euro, Elpidia sprofondava nei debiti e veniva – così emerge dalle indagini – dirottata verso il fallimento, con un debito intorno al milione e mezzo di euro. Cessata l’attività dell’azienda in rovina, il suo patrimonio era stato venduto a Gam per la cifra irrisoria di mille euro.
Secondo gli investigatori, che ipotizzano il reato di bancarotta fraudolenta, la Gam Alimentare sarebbe una società di comodo costituita appositamente nel 2012 da parte di congiunti di Salvatore Costanzo, 48enne amministratore unico fino al 2013 di Elpidia e poi amministratore di fatto sia di Elpidia che di Gam, che era solo formalmente gestita dalla nipote di Costanzo, Alessia Maria Crisafi. L’azienda ormai fallita, invece, sarebbe stata posta in liquidazione e affidata a Francesco Costanzo, padre di Salvatore. «In tal modo – spiegano gli inquirenti – sottraendo e occultando anche libri e scritture contabili, gli indagati aggravavano il dissesto della società e ne cagionavano il fallimento, proseguendo illegittimamente l’attività d’impresa, maturando ulteriori perdite e aumentando l’esposizione debitoria, attraverso l’omissione sistematica del versamento di imposte, tributi e prestazioni previdenziali».
Con il decreto di sequestro è stato, inoltre, nominato un amministratore giudiziario per salvaguardare i beni aziendali, evitando che gli stessi possano essere ancora una volta dispersi e sottratti alle ragioni creditorie e soprattutto, al fine di garantire la prosecuzione dell’attività d’impresa della Gam Alimentare a tutela dei lavoratori dipendenti e per il mantenimento dei livelli occupazionali.
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