Nessun accordo ufficiale, nessun apparentamento, nessuna spartizione di posti di sottogoverno. Eppure, nella provincia nissena, un reciproco rispetto accomuna i candidati ai ballottaggi tra Gela e Caltanissetta. Nel capoluogo, ad approdare al secondo turno sono Michele Giarratana, sostenuto dai partiti di centrodestra ma non dalla Lega, e il pentastellato Roberto Gambino. D’altra parte, all’ombra delle trivelle di Gela il ballottaggio vedrà contrapposti il leghista Giuseppe Spata (sostenuto anche da Udc e Fratelli d’Italia) e Lucio Greco (supportato da Pd e pezzi di Forza Italia). Certo, sul reciproco sostegno – tra Lega e M5s – non si sbilancia nessuno. Ma non mancano i segnali.
Così, ad esempio, sentendo il regista del Carroccio per questa tornate di elezioni amministrative nel Nisseno, Alessandro Pagano, la linea è netta: «Sia nella Lega che nei cinquestelle si ha uno stile che consente a ciascuno di guardare all’altro con attenzione, ma non siamo adusi ad apparentamenti, siamo partiti seri noi». Però aggiunge anche: «Con Giancarlo Cancelleri proveniamo dalla stessa città, ci siamo rispettati, ci rispettiamo e ci rispetteremo». Parole che, insomma, seppur non esplicitamente, lasciano intendere che laddove possibile si favorirà l’alleato di governo al secondo turno.
Dal canto loro, i pentastellati hanno sempre imboccato una direzione chiara ai ballottaggi: invitare ad andare a votare, ma non indicare alcuna forma di apparentamento con altri candidati. Lo conferma, ad esempio, il pentastellato candidato alla carica di primo cittadino a Gela, ma che non è approdato ai ballottaggi, Simone Morgana, che precisa che al secondo turno non saranno date indicazioni.
«I voti al Movimento – ammette Giancarlo Cancelleri – non sono voti “nostri”, sono i voti della gente. Noi invitiamo comunque ad andare a votare, perché chiunque sarà eletto deciderà il futuro della sua comunità per i prossimi cinque anni, il voto è sempre un importante momento democratico». Certo, nel caso di Caltanissetta, risulta difficile immaginare che la Lega possa sostenere il candidato di Forza Italia. «Io faccio una considerazione – prosegue il leader pentastellato -. In questo momento la Lega ha lanciato un’opa su Forza Italia in Sicilia, sta cercando di divorare non soltanto l’elettorato, ma anche le energie in termini di classe dirigente. Ha già cominciato con Pogliese e sta uscendo i muscoli. È chiaro che ora è il momento di cambiare partito per coloro che da altri partiti del centrodestra vogliono avvicinarsi alla Lega. Ed è altrettanto ovvio che laddove si presentano situazioni di questo tipo, difficilmente la Lega farà votare Forza Italia».
«Noi – aggiunge Cancelleri – non facciamo alleanze, ma siamo pronti a dialogare con tutti su programmi e progetti. Non ci saranno scambi di poltrone, ma siamo rispettosi dell’esperienza elettorale degli altri». Ancora una volta, dunque, torna il concetto di rispetto che accomuna le parole tanto di Pagano quanto di Cancelleri. Per usare una metafora calcistica, insomma, un «biscotto». La metafora è ripresa anche da Igor Gelarda, oggi Lega ma un tempo pentastellato: «Lo so che potremmo fare il biscotto con il M5s a Gela e Caltanissetta – ammette – ma noi dialoghiamo con tutte le forze politiche e oneste, al momento non ci sono corsie preferenziali. Ci siederemo a un tavolo insieme al senatore Candiani e valuteremo».
Diverso, invece, è il caso di Mazara del Vallo, l’altro Comune al ballottaggio con uno dei candidati espressione di una delle due componenti gialloverdi al governo nazionale. Lì al secondo turno approdano Salvatore Quinci (cicivhe) e Giorgio Randazzo (Lega). In questo caso una parte dell’elettorato cattolico e moderato dei cinquestelle potrebbe guardare al candidato civico, più che all’alleato leghista. Ma le ipotesi, al momento, restano tutte in campo.
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