«Noi non vogliamo allontanare dal quartiere i ragazzi che si drogano, ma vogliamo affrontare di petto il problema. Ci sono ragazze di 14 anni che si prostituiscono per poter comprare il crack». L’allarme di Massimo Castiglia, presidente della I Circoscrizione, non è nuovo. Lo aveva già lanciato ad ottobre, alla scuola Benedetto Croce, proprio nel cuore di Ballarò. Se oggi torna a ribadire una maggiore attenzione per uno dei quartieri simbolo della città, lo fa però per sottolineare un evento positivo. Vale a dire il lancio – avvenuto questa mattina all’oratorio Santa Chiara – dell’unità operativa di strada per la prevenzione delle tossicodipendenze, messa a disposizione dall’Asp e dal dipartimento di Salute Mentale, Dipendenze Patologiche e Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza: un camper che è un vero presidio sanitario itinerante e che, attivo dal 19 gennaio, consentirà di andare direttamente incontro ai problemi e alle esigenze degli abitanti. Prevenzione e cura i due cardini su cui si muoverà il camper, che stazionerà nelle piazze e nelle strade principali di Ballarò per attività di sportello, consulenza, una prima assistenza sanitaria e un eventuale indirizzamento a strutture specializzate. «Le chiacchiere diventano concrete» ha aggiunto Castiglia alle scolaresche invitate all’iniziativa.
«L’idea è partita dai ragazzi e da chi vive il quartiere» ha ribadito don Enzo Volpe, parroco dell’Albergheria. «Noi vogliamo bloccare il fatalismo di questi tempi, così sono i cittadini che prendono coscienza di ciò che non va. Qui si consumano spesso sostanze sintetiche e chimiche. Attenzione però a non fare unicamente degli spot». Il camper è stato illustrato e colorato dagli studenti del liceo artistico Damiani Almeyda, per combattere l’idea di una medicina glaciale (suggerita magari da un gelido bianco) e attrarre gli insicuri. Una rinnovata rete, tra istituzioni e associazionismo, che è stata esaltata dall’assessore alla Cittadinanza Solidale Giuseppe Mattina. «Quello che si sta facendo qui a Ballarò, con l’apporto della parte attiva della cittadinanza e degli enti pubblici, deve essere modello e approccio per quello che si deve fare in città».
Il camper è il nono che, attraverso questa modalità itinerante, l’Azienda Sanitaria Provinciale ha messo a disposizione in quattro mesi: e in questo arco di tempo sono stati diagnosticati 13 tumori, quindi la prevenzione ha salvato 13 vite. Si inizierà con lo screening dell’hiv, che avverrà nelle piazze e durante le ore serali. «Cambiare i comportamenti delle persone è sempre una grande sfida, per questo ci vuole l’impegno di tanti» ha concluso Giorgio Serio, direttore del dipartimento di Salute Mentale, Dipendenze Patologiche e Nia.
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