Balestrate, tutti i timori del comitato sull’acqua potabile Amap rassicura. Rizzo: «Sconti su bolletta e nuove fonti»

Un paese turistico che per tre estati consecutive ha dichiarato la propria acqua non potabile tramite ordinanze sindacali: Balestrate si avvicina alla bella stagione con un mix di timori e rassicurazioni sullo stato di salute del prezioso liquido che esce dai rubinetti. I primi arrivano dal comitato cittadino cittadino per l’acqua potabile, che nasce a ottobre del 2018 dopo diverse manifestazioni di piazza ed è composto da giornalisti, medici, ambientalisti e comuni cittadini; i secondi arrivano dalle istituzioni preposte, tutte concordi nel sostenere che l’allarme lanciato a più riprese dal comitato non ha più motivo di esistere. Risposte che però non convincono del tutto gli aderenti al comitato, che continuano a fare pressione e hanno recentemente scritto alla ministra della Salute Giulia Grillo e stanno per scrivere al ministro degli Interni Matteo Salvini.

«Il gestore del sistema idrico integrato, Amap spa, ha ripetutamente ricondotto i motivi della non potabilità all’insabbiamento delle sorgenti Martine e Passarello e negli ultimi mesi anche alla presenza di batteri coliformi – si legge nella lettera inviata al governo – Dati obiettivi hanno fatto sorgere dubbi sull’unica responsabilità della sabbia e fatto pensare a soluti estranei non perfettamente diluibili nell’acqua. La torbidità dell’acqua e il colore giallognolo, parzialmente persistenti anche dopo decantazione, sono stati segnalati dai cittadini anche nei brevi periodi in cui l’acqua è stata dichiarata potabile. L’approvvigionamento idrico di Balestrate è garantito dalle due sorgenti menzionate e dalle acque provenienti dall’invaso Poma e dal fiume Jato, tramite il potabilizzatore Cicala. È soprattutto la natura di queste ultime acque a preoccupare i balestratesi». 

I dubbi maggiori, dunque, riguardano la presunta torbidità delle acque dell’invaso Poma. Secondo il monitoraggio della qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile dell’Arpa per l’anno 2017 (si attende a breve quello relativo al 2018), l’invaso Poma presenta una percentuale di superamento dei parametri consentiti nel 12,5 per cento per il manganese e nel 25 per cento per i coliformi totali; inoltre i tecnici dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente hanno rilevato la presenza di azossistrobina, metalaxil, myclobutanil e triadimenol. Inoltre l’invaso Poma riceve i reflui delle abitazioni di circa 15mila abitanti (Comuni di San Giuseppe Jato, San Cipirello e Grisì) «senza alcun trattamento di depurazione, con tutte le inferenze relative», denuncia ancora il comitato. «Per questo motivo – dice Riccardo Vescovo, componente del comitato – noi chiediamo che l’invaso Poma non approvvigioni più Balestrate ma che si trovino altre fonti, altre sorgenti, visto che il territorio è ricchissimo d’acqua. E da tempo chiediamo se è consentito utilizzare per il consumo umano l’acqua dove ci sono gli scarichi reflui. Per legge questo tipo di acqua contaminata deve prima essere depurata persino in campo agricolo».

Nonostante i ripetuti incontri con le istituzioni preposte i componenti del comitato continuano a sollevare dubbi. Domande che in teoria riguardano un’ampia fetta del palermitano, perché le acque dell’invaso Poma arrivano in tutti i Comuni della fascia costiera che dal capoluogo siciliano va verso il trapanese (Isola delle Femmine, Capaci Carini e così via), a partire dalle borgate marinare di Mondello, Sferracavallo, Vergine Maria e Arenella. «L’invaso Poma è gestito dalla Regione Siciliana – dice il direttore Amap Giuseppe Ragonese – Noi gestiamo il potabilizzatore e dall’uscita dell’impianto l’acqua trattata è conforme ai parametri di legge. Questo fatto lo abbiamo ribadito più di una volta. Se poi la Usl decidesse di fare altri tipi di analisi e approfondimenti noi siamo pronti a offrire la nostra collaborazione. Il nostro interesse non è certamente avvelenare la gente ma fornire acqua potabile. Se poi qualcuno vuole speculare sull’argomento per i propri scopi noi non ci prestiamo. Ripeto: noi siamo il gestore del servizio idrico integrato, non siamo i vigili del territorio. Se a monte dell’invaso ci sono eventuali scarichi non tocca a noi intervenire. E, torno a ribadire, in ogni caso quell’acqua viene poi filtrata dal nostro potabilizzatore e le analisi ci confermano che è conforme ai parametri di legge». I controlli insomma ci sono: Arpa li effettua direttamente all’altezza dell’invaso, Asp e Amap verificano la qualità della distribuzione della rete idrica. 

«Chiediamo analisi più approfondite riguardo i parametri emergenti, cioè quelle sostanze che la legge non indica di dover cercare anche se magari ci sono, preferendo invece concentrarsi sui batteri – osserva ancora Vescovo – E recentemente è stata la stessa Arpa a scrivere che le acque dell’invaso Poma sono classificate con provvedimento, ormai datato, nella categoria A2. Mentre andrebbero riclassificate in senso peggiorativo, e dunque ci chiediamo se possono essere considerate adeguatamente trattate da un potabilizzatore che le tratta come acque in categoria A2. Se si rifacesse la classificazione il giudizio sull’acqua peggiorerebbe, e cambierebbe dunque anche la potabilizzazione». Le istanze del comitato sono in larga parte sostenute anche dall’amministrazione. «Abbiamo mandato più volte delle note a tutti gli enti preposti – ribadisce il sindaco Vito Rizzo – L’acqua per il consumo umano va bene, e ci è stata mandata tutta la documentazione inerente. Abbiamo fatto anche delle analisi specifiche a carico nostro, sull’acqua che viene distribuita nel nostro territorio, e non viene segnalata alcuna presenza anomala. Quella degli invasi è una situazione non ottimale in tutta la Sicilia, non solo qui. Noi abbiamo comunque l’acqua 24 ore su 24, anche d’estate, differentemente da altri Comuni, anche vicini a noi, che scontano forniture ogni tre giorni o per poche ore al giorno». 

L’estate 2019, dunque, dovrebbe essere la prima dopo tanto tempo che vedrà il Comune di Balestrate poter finalmente avere l’acqua potabile. «Il tema dell’acqua resta comunque centrale per la nostra amministrazione – continua il primo cittadino – Abbiamo avviato da tempo un’interlocuzione con Amap per ottenere uno sconto sulle bollette, perché per diverso tempo è stata fornita acqua non potabile. Uno dei problemi principali è legato all’insabbiamento, perché le nostre sorgenti sono soggette a un insabbiamento naturale. Quindi per via delle condizioni meteo possono capitare dei momenti in cui l’insabbiamento è più forte. Il fenomeno viene combattuto attraverso la pulizia e la manutenzione, che noi abbiamo richiesto essere sempre più frequente. Amap ha da poco acquistato un macchinario per l’occasione. Per un breve periodo, poi, abbiamo avuto un tasso elevato di coliformi e che comunque è stato risolto da settembre in centro storico, e nelle contrade da almeno un mese (ecco perché abbiamo revocato l’ordinanza di non potabilità). Stiamo ricercando comunque nuove fonti di approvvigionamento idrico, l’iter è molto lungo ma siamo fiduciosi».

Appena 12 mesi fa Amap aveva proposto, durante il periodo di siccità che aveva colpito tutta l’Isola, di affidarsi al dissalatore che da Trapani portasse l’acqua a Balestrate. Poi le insistenti piogge degli ultimi mesi, che hanno riempito praticamente tutti gli invasi, hanno fatto cadere nel dimenticatoio la proposta. Si era parlato anche di piccoli dissalatori a mare. «Si sarebbe trattato di un’opera faraonica che doveva portare l’acqua addirittura da una provincia all’altra – commenta Vescovo – costando chissà quanto. Avevamo anche chiesto anche un risarcimento danni per l’assenza di acqua potabile, chiedendo sconti in bolletta. Però non può essere questa l’unica battaglia». 

Andrea Turco

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