Niente più obbligo di firma per Patrizio Cinque. La revoca, chiesta al termine dell’interrogatorio di garanzia dai legali del sindaco di Bagheria, indagato per falso ideologico, violazione del segreto d’ufficio e abuso d’ufficio, è stata concessa dal gip del tribunale di Termini Imerese.
Cinque, che dopo la notifica dell’obbligo di firma si è autosospeso dal M5S, è indagato nell’ambito di una inchiesta che coinvolge 23 persone tra funzionari comunali, un vigile urbano, due imprenditori e l’ex commissario della città metropolitana. I filoni di indagine vanno da presunte irregolarità nella gestione dei rifiuti, alle procedure amministrative per la gestione del palazzetto dello sport di Bagheria alla vicenda relativa alla casa abusiva del cognato del sindaco.
Dopo un lungo interrogatorio di garanzia in cui Cinque ha cercato di chiarire la sua posizione, i legali, Vincenza Scardina e Antonio Di Lorenzo, hanno chiesto la revoca della misura a cui il pm si è opposto. Revocati anche l’obbligo di firma per l’ex commissario della città metropolitana Manlio Munafò, difeso dall’avvocato Marcello Montalbano, e la misura interdittiva della sospensione dal lavoro per il vigile urbano Domenico Chiappone, assistito dal legale Salvo Priola.
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