«Giampiero Riccioli verrà giudicato con il rito abbreviato». A dare la notizia a MeridioNews è l’avvocato Antonio Miduri che, insieme al collega Dario Lombardo, difende il siracusano accusato del duplice omicidio aggravato da motivi abietti e futili e dell’occultamento dei cadaveri di Alessandro Sabatino e Luigi Cerreto. «Questa mattina – aggiunge il legale – abbiamo depositato un’istanza per opporci al giudizio immediato che era stato ottenuto dalla procura generale di Catania». Salta, quindi, la data del 12 ottobre che era già stata fissata davanti alla Corte d’Assise di Catania per il 50enne siracusano.
L’uomo, che si trova nel carcere aretuseo di Cavadonna dove continua a professarsi innocente, era stato arrestato a febbraio – mentre si trovava in una casa a mare in contrada Granelli a Pachino con in testa una lunga parrucca nera – all’indomani del ritrovamento dei corpi dei due, originari della provincia di Caserta (in Campania), compagni nella vita e nel lavoro come badanti dell’anziano padre dell’imputato. Di loro si erano perse le tracce il 12 maggio del 2014. A sette anni di distanza, i loro corpi sono stati ritrovati avvolti in due involucri di plastica e seppelliti nel giardino della villetta dell’imputato in via San Pio da Pietrelcina, in contrada Tivoli a circa dieci chilometri da Siracusa. Uccisi uno con un colpo sparato in fronte e l’altro con uno sparo dietro la nuca con delle modalità che fanno pensare a una vera e propria esecuzione. Gli accertamenti tossicologici dovranno chiarire se i due sono stati prima storditi con un sonnifero.
«La scelta del tipo di rito è un diritto del nostro assistito – spiega Miduri a questo giornale – che abbiamo chiesto, muniti di procura speciale, perché i fatti in contestazione risalgono a una data antecedente rispetto alla legge del 2019 che esclude l’abbreviato per i reati punibili con l’ergastolo». E questo sarebbe stato uno di quei casi. Di fronte alla Corte d’Assise, Riccioli rischiava infatti proprio la pena massima. Invece, con il rito abbreviato (con un fascicolo che verrà assegnato a un gup) l’eventuale condanna verrà decurtata di un terzo. Il ristoratore 50enne, che aveva sostenuto falsamente di lavorare per una agenzia di sicurezza e di collaborare con le forze dell’ordine e la procura, all’epoca aveva raccontato che Sabatini e Cerreto avevano lasciato la villa con un taxi, diretti verso la stazione per prendere un treno e avendo come meta finale la Svizzera.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, poco prima di scomparire, i due uomini avrebbero avuto l’intenzione di denunciare per maltrattamenti il figlio dell’anziano che accudivano. «Lo sai cosa mi ha detto? “Sei un cesso pieno di merda” e mi ha messo le mani attorno al collo per soffocarmi». Sono parole dell’anziano in un audio che è stato registrato. L’offesa e l’aggressione sarebbero arrivate proprio dal figlio. Un ulteriore indizio dell’indole di Riccioli era arrivata poi dalla denuncia che la seconda moglie ha fatto ai carabinieri dopo avere interrotto la relazione. «Mi minaccia di morte e dice che non devo frequentare nessuno altrimenti ci uccide tutti e due. In più occasioni – aveva denunciato la donna – mi ha aggredito». Ai militari, la donna avrebbe anche raccontato l’epilogo dell’ennesima discussione con Riccioli: «Denunciami, così mi butto pentito e di mezzo ci vai pure tu». Di fronte alla richiesta di chiarimenti sulla frase, però, la donna aveva riferito di non sapere a cosa si riferisse il marito.
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