L’obiettivo era quello di aprire le porte del mondo del lavoro a una platea composta da seimila giovani disoccupati siciliani. Trascorsi poco più di tre anni resta il miraggio di un’occupazione stabile e l’assenza di una grossa fetta dei rimborsi per i tirocini svolti. Il pasticcio è quello del bando della Regione Siciliana chiamato Avviso 22/2018, finanziato con 30 milioni di euro provenienti dal fondo sociale europeo e distribuiti in specifiche misure, suddivise con le prime tre lettere dell’alfabeto. I tirocinanti, destinati a svolgere un periodo formativo compreso tra sei e dodici mesi, in aziende private ed enti pubblici, compresi i Comuni di residenza, avrebbero dovuto percepire un rimborso mensile di 500 euro. Eppure tra i tirocinanti c’è chi ha terminato il proprio percorso già nel 2019 senza avere ricevuto ancora un euro. L’ultimo aggiornamento, dopo tanti annunci e promesse, riguarda la richiesta d’intervento ai magistrati della procura di Palermo.
A chiamare in causa gli uffici giudiziari è Oreste Lauria, portavoce dei tirocinanti e ormai da anni impegnato nella battaglia per ottenere i pagamenti. «Chiediamo alla procura di accertare eventuali responsabilità», spiega a MeridioNews Lauria. I tirocini, cominciati nel 2019, vennero sospesi nel 2020 durante il primo lockdown dovuto all’emergenza Covid-19, salvo poi riprendere poco dopo. «Io sono stato uno dei fortunati che ha ottenuto, dopo tanto, il pagamento – continua il portavoce dei tirocinanti – Ho iniziato il periodo di formazione a ottobre 2019, poi lo stop dovuto al coronaivurs, e ho ricominciato il 14 giugno 2020 finendo a luglio». Le pratiche inevase sono centinaia e il gioco a cui si assiste è sempre quello dello scaricabarile. La Regione, interpellata più volte in questi mesi, ha replicato attraverso l’assessore alla Politiche sociale Antonio Scavone. L’esponente della giunta guidata da Nello Musumeci ha definito i tirocini dell’Avviso 22 «una piccola e bella cosa» su cui però «l’Unione europea pretende che le cose vengano fatte per bene. Alcuni tirocini – ha spiegato a Striscia La Notizia – sono rimasti incagliati per problemi relativi alla documentazione, nonostante gli sforzi degli uffici con le continue richieste di integrazione». La mancanza più comune, citando alcuni esempi, sarebbe quella delle firme nei registri o l’errata indicazione dei tutor. Resta il fatto che i percorsi formativi, a costo zero per enti e aziende che ne hanno beneficiato, non si sono tradotti in contratti.
«Quello dell’Avviso 22 è un bando nato male e in cui quasi nessuno è stato assunto, nonostante siano state previste delle risorse per le stabilizzazioni», spiega a MeridioNews Andrea Gattuso, segretario regionale Nidil Cgil, sezione del sindacato che si occupa dei lavoratori atipici. «Noi abbiamo fatto pressioni per velocizzare i pagamenti – spiega – Alla Regione abbiamo chiesto anche di rendere edotti i tirocinanti così da consentire loro di elencare le mancanze agli enti in cui hanno svolto i tirocini. Da questo meccanismo, abbastanza diabolico, escono ritardi anche di anni. La macchina regionale, come abbiamo più volte ribadito, non è in grado di gestire le politiche attive del lavoro». Proprio per questo motivo la Regione ha indetto due bandi finalizzati al potenziamento dei Centri per l’impiego per un totale di 1024 posti, con il termine ultimo per la presentazione delle istanze fissato al 28 gennaio prossimo.
Ma se da un lato gli uffici regionali necessitano di amministrativi, con specialisti informatici e contabili, i vertici del dipartimento del Lavoro e dell’impiego della Regione Siciliana dal 2020 fanno i conti con continui ricambi al vertice. Dopo il pensionamento della dirigente generale Francesca Garofalo, è stato incaricato Giovanni Vindigni, ma quest’ultimo si è dimesso a maggio 2020 dopo lo scandalo della gestione della cassa integrazione in deroga durante la pandemia. Al suo posto, ad interim, è arrivato Giovanni Bologna e a fine 2020 Gaetano Sciacca, in passato candidato sindaco a Messina con il Movimento 5 stelle. Nell’attesa di ottenere i pagamenti per i tirocini svolti chi ha partecipato all’Avviso 22 cerca di rimanere aggiornato tramite dei gruppi Whatsapp e Facebook. «Stanno passando tre anni e ancora nessun pagamento. Andrebbero denunciati tutti», si legge in uno degli ultimi messaggi pubblicati.
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