Avviso 20, primi pagamenti con il ‘gioco delle tre carte’

Dopo undici mesi di attesa un primo gruppo di lavoratori della formazione professionale ha ricevuto in pagamento da una a tre mensilità. Ma siamo sicuri che sono stati pagati solo gli stipendi? O qualche ente si è “divertito” a pagare ciò che ha voluto, sottraendoli ai lavoratori a secco da oltre 8 mesi?

Cerchiamo di chiarirlo. Intanto cominciamo col dire che, dopo mesi di critiche e feroci polemiche sulla macchinazione infernale conosciuta come Avviso 20/2011, i primi mandati di pagamento sono giunti a destinazione. Meglio tardi che mai. Finalmente, attraverso l’Avviso 20/2011, i lavoratori hanno ricevuto qualche mensilità. Quindi tutto ok? Tutto positivo? Tutto rientrato nei ranghi di una oculata e bilanciata attivita’? Macche’!

A mettere insieme alcune indiscrezioni raccolte, sembrerebbe proprio di no. Ed allora perché non approfondire le questioni poco chiare? Noi ci proviamo. Cominciamo col dire che è stato erogato agli Enti formativi più efficienti (i primi – i più’ bravi – a richiedere l’anticipazione) il primo venticinque per cento di finanziamento a valere sull’Avviso 20/2011.

Peccato che proprio Ludovico Albert, già dirigente generale del dipartimento Istruzione e Formazione professionale, avesse disposto in maniera diversa nel Vademecum Fondo sociale europeo (Fse) Sicilia 2007/2013. Documento che detta le regole per il funzionamento dell’Avviso 20/2011, regolando i rapporti tra amministrazione attiva e privati beneficiari.

Infatti, nella qualità di Autorità di gestione del Fondo sociale europeo (Fse), ha previsto che il primo acconto fosse pari al cinquanta per cento del finanziamento ottenuto. Ma come tutte le cose targate “LAC” non sono mai durate che dall’oggi al domani. Ricordiamo che LAC e’ l’acronimo coniato da questo giornale, oramai famoso tra gli operatori, con il quale si sintetizzano i riferimenti anagrafici dei tre protagonisti principali della distruzione della formazione professionale in Sicilia, consumatasi negli ultimi due anni. Si tratta di Raffaele Lombardo, già presidente della Regione siciliana, di Ludovico Albert, già dirigente generale per l’appunto, e di Mario Centorrino, già assessore regionale alla Istruzione e Formazione professionale.

La novità che più incuriosisce è il possibile “gioco delle tre carte” attuato da qualche presidente di Ente formativo con i soldi ricevuti. Ma come, di già? Cominciamo col precisare che parlando di “gioco delle tre carte” ci viene in mente un noto lavoro di un grande scrittore del ‘900. Nel romanzo  “Ragazzi di vita”, pubblicato da Pier Paolo Pasolini nel 1955, si narra delle gesta di alcuni ragazzi, tra cui Ricetto. “Ricetto impara da un ragazzo napoletano a truffare i passanti con il gioco delle tre carte, poi, però, si fa fregare tutti i soldi guadagnati da una prostituta”.

Ma per tornare alle indiscrezioni, parrebbe che con il primo flusso finanziario acquisito e destinato solamente a pagare la voce personale, diversi Enti formativi ne hanno approfittato per affrontare altre spese. Per pagare, per esempio, voci di spesa come fitti, fornitori, servizi etc. (sopra, a destra, una metafora dell’Avviso 20/ 2011: foto tratta da poker.blogosfere.it)

Certo, se così dovesse essere, ma noi ci crediamo poco, se dovessero rivelarsi vere le indiscrezioni, saremmo di fronte a gravi fatti penali. Ed allora qualcosa potrebbe accadere nelle prossime settimane. Ma attenzione: si tratta di sole voci, indiscrezioni dalle quali prendiamo le distanze.

La sola idea che possa verificarsi una distrazione di fondi così grave ci fa venire i brividi. Riteniamo invece che si debba chiarire con trasparenza ciò che si è pagato, anche per potere differenziare le diverse fonti di finanziamento pubblico. Per essere più chiari, il 2012 si caratterizza come anno atipico. Infatti, insistono tre diverse tipologie di finanziamento del personale.

Per i primi mesi dell’anno gli Enti avrebbero dovuto pagare le corrispondenti retribuzioni in favore del proprio personale con le risorse prelevate dal bilancio regionale a seguito dell’approvazione di progetti integrativi a valere sul Piano regionale dell’offerta formativia (Prof) del 2011. Successivamente, per altri mesi, i lavoratori avrebbero dovuto ricevere l’indennità sostitutiva del reddito, conosciuta come Cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd), quindi risorse nazionali. Solamente per alcuni altri mesi, gli Enti beneficiari del finanziamento, a valere sull’Avviso 20/2011, dovrebbero riconoscere i corrispondenti stipendi con risorse comunitarie.

Un anno complesso e complicato questo che volge al termine, dove non ci siamo fatti mancare nulla. Nello stesso anno sono stati utilizzati per pagare gli stipendi ai lavoratori della formazione professionale risorse provenienti da diverse fonti di finanziamento: regionali, nazionali e comunitarie. La cosa però si potrebbe maledettamente complicare qualora qualche presidente di Ente formativo si dovesse ritrovare a sconfinare, rischiando di commettere atti illeciti. Ma eventualmente questa e’ altra storia.

Neanche quando si cominciano a pagare gli stipendi il settore riacquista serenita’. Probabilmente perché sono troppe le magagne. Non è facile trovare soluzioni immediate ad un sistema, quale quello formativo, massacrato e mortificato da regole incongruenti e in contrasto tra loro. Una giungla di provvedimenti amministrativi in antitesi con la legge regionale n.24 del 6 marzo 1976.

Ribadiamo il nostro convincimento che la strada è in salita sia per Rosario Crocetta, presidente della Regione siciliana, che per Nelli Scilabra, assessore per l’Istruzione e Formazione professionale.

Forse gli unici a trovarsi la strada in discesa solo solamente coloro che, avendo creduto che il settore andava sottoposto a reali e approfonditi controlli, non hanno perso tempo. Vedremo

Giuseppe Messina

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