Avola, sette condanne a 75 anni per traffico di droga Da indagini sono emersi legami coi clan mafiosi locali

Sono arrivate le prime condanne per sette degli imputati nel processo Eclipse, celebrato con il rito abbreviato per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga ad Avola, in provincia di Siracusa. È questa la decisione del gup del tribunale di Catania Luca Lorenzetti. Le indagini, scattate dopo gli spari in un cantiere per la costruzione di una clinica privata nella città della mandorla, avevano portato agli arresti a gennaio dell’anno scorso. Gli altri indagati (Paolo Zuppardo, Monica Campisi, Giuseppe Capozio, Concetta Cavarra, Vincenzo Di Stefano, Paolo Liotta e Davide Nobile) hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario e sono sotto processo davanti ai giudici della corte d’Assise di Siracusa.

Il processo, che si è celebrato con il rito abbreviato, ha portato alle condanne per sette persone: a nove anni e quattro mesi sono stati condannati il 37enne Sebastiano Amore, detto Iano bum bum; il 31enne Giuseppe Tiralongo, detto Peppe Sobà; il 24enne Gianluca Vaccarisi, detto Luca Pappaconi; il 36enne Paolo Nastasi; e il 30enne Giovanni Di Maria, detto Gallina. Per il 25enne Corrado Vaccarella detto Stucciu  il gup ha deciso una pena di dieci anni; 18 anni per il 32enne Corrado Lazzaro

Nel corso delle indagini erano già emersi legami di parentela e affinità con alcuni affiliati del clan Trigilia di Noto e del clan Crapula di Avola. Gli investigatori avevano anche scoperto che il gruppo criminale aveva dato fuoco, il 3 giugno 2017, ai veicoli della ditta incaricata della raccolta differenziata dei rifiuti del Comune di Rosolini, G.V. Ecologia di Vincenzo Guglielmino, arrestato e imputato per mafia (oramai deceduto), per ottenere alcune assunzioni. L’azienda a sua volta era stata poi oggetto di interdittiva antimafia. Nell’ambito delle indagini, inoltre, i militari avevano sequestrato due chili di droga – tra marijuana, hashish e cocaina – un fucile da caccia calibro 12 e una pistola calibro 7,65 entrambe clandestine. 

Marta Silvestre

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