Tante Sicilie. L’isola dei grandi narratori siciliani per il quarto appuntamento di Autunno al Bellini, rassegna di visite teatralizzate e in mostra l’opera dell’architetto e regista cileno Alfredo Jaar Due o tre cose che so sui mostri, per BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo. Installata nella platea dello storico teatro di piazza Bellini.
Appuntamento sabato 30 novembre alle ore 20, e in replica alle 21 e alle 22 al Real Teatro Bellini, (di piazza Bellini 7, Palermo) con i molteplici volti della Sicilia di Quasimodo, Pirandello, Pitrè e gli altri grandi narratori siciliani dalla voce di Stefania Blandeburgo, accompagnata da musiche e arie eseguite da Alessandra Pipitone con i tenori Nuccio Anselmo e Francesco Ciprì.
Inoltre visite guidate sulla storia del Teatro più antico di Palermo e sulla figura della musa dell’ Art Nouveau Sarah Bernhardt: siamo nel 1889, al Teatro Bellini e recitando in opere come “La signora delle Camelie” a Palermo si esibisce il simbolo della femminilità moderna conosciuta sui palcoscenici di tutto il mondo.
Tante Sicilie, perché? Perché la Sicilia ha avuto la sorte ritrovarsi a far da cerniera nei secoli fra la grande cultura occidentale e le tentazioni del deserto e del sole, tra la ragione e la magia, le temperie del sentimento e le canicole della passione, Gesualdo Bufalino
Un viaggio in Sicilia tra le pagine dei grandi siciliani del Novecento che l’hanno raccontata, dando un contributo fondamentale per descrivere un luogo fatto da una luce radiosa che illumina i monti, dall’asprezza della terra, da mitologici personaggi che ne contenevano tutto quello splendore, la poesia delle parole dei grandi narratori siciliani ci restituirà il racconto di un’isola sacra e piena di passioni, per reimmergerci in un passato onirico e sempre presente tra le meraviglie della Sicilia.
Le visite guidate rievocheranno la memoria di Rosine Bernardt, in arte Sarah Bernhardt, detta La voix d’or, considerata una delle attrici teatrali più importanti del XIX secolo, simbolo della femminilità sui palcoscenici di tutto il mondo. Interpretò al Teatro Bellini, nel 1889, ruoli come La dame aux Camelias e Fedora, parti assolutamente congeniali alla sua forza scenica, al suo temperamento e all’intensità del suo volto.
Il suo ingresso nella storia della letteratura teatrale si deve anche ad altri fattori, nel contesto del dibattito di fine secolo sulla donna, la figura dell’attrice ha un ruolo ambiguo e complesso, ma personaggi femminili di questo calibro erano anche donne – impresario con compagnie proprie e controllavano tutti i dettagli delle regie, sembravano simboli della “donna nuova” e della capacità della donna di essere indipendente e di affermarsi professionalmente.
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