L’autostrada Messina–Catania problemi ne ha, ma definirla «un’autentica indecenza» è inopportuno. A pensarla così è il presidente del Consorzio per le autostrade siciliane, Rosario Faraci, che con un comunicato ufficiale risponde al deputato regionale Alfio Barbagallo, che dieci giorni fa aveva attaccato l’ente che gestisce anche le tratte Palermo-Messina e Siracusa-Gela.
L’esponente della Lista Musumeci aveva posto l’attenzione sullo stato delle autostrade siciliane, a partire dalle buche passando per le frane che in alcuni punti costringono i guidatori a restringimenti di carreggiata, fino alle condizioni di sicurezza. Disagi che troverebbero sfogo sui social network: «Sono già oltre seimila le persone che in un gruppo denominato A18-l’autostrada della vergogna, denunciano un quadro disastroso», ha sottolineato Barbagallo, rivolgendosi ai vertici del Cas.
Oggi arriva la risposta firmata Faraci: «Il Cas si sostiene esclusivamente con gli incassi derivanti dal pedaggio autostradale – si legge -. Con tali somme provvede agli obblighi derivanti dalla convenzione (ministeriale, ndr), alla gestione corrente dell’Ente (personale e quant’altro discende da leggi finanziarie e fiscali) e alla manutenzione ordinaria e straordinaria. Nessun importo è istituzionalmente posto a carico della Regione». Il tutto in una situazione finanziaria non facile, con un’importante esposizione debitoria, creatasi negli anni «che non riguardano questa amministrazione».
Il presidente del Consorzio replica poi sulla questione sicurezza: «L’intera rete autostradale è transitabile in sicurezza, anche se nello stato di fatto a tutti noto». Stato che lo stesso Faraci ammette: «Non ho remore nell’affermare che le tre autostrade hanno bisogno di un vigoroso rifacimento strutturale perché la rete si ponga a livello delle altre concessionarie italiane». In tal senso, ricorda le somme inserite all’interno del Patto per il Sud che saranno usate per l’ammodernamento delle autostrade. «I nostri uffici hanno approntato una serie di progettazioni immediatamente cantierabili, di recente inseriti nel Patto per il Sud per importo complessivamente superiore a 125 milioni di euro», spiega Faraci richiamando anche gli interventi che dovranno essere fatti in vista del G7.
In conclusione, poi, un riferimento al personale in carico all’ente. «Si è costretti a operare con una pianta organica che prevede oltre 700 unità e un personale effettivo con il passare del tempo ridotto a meno di 400, in ragione dei pensionamenti maturati e dell’impossibilità di procedere a nuove assunzioni», conclude Faraci.
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