Le foto risalgono allo scorso agosto. Un lettore molto preoccupato aveva deciso di denunciare lo stato in cui versano i pilastri che sorreggono una parte del viadotto autostradale sulla Palermo-Catania, all’altezza del Comune di Resuttano, poco prima dell’uscita Ponte cinque archi per Villarosa. La risposta che aveva dato in quell’occasione l’Anas era stata: «Tutto sotto controllo».
Eppure le immagini erano e sono assai eloquenti. Meglio usare il presente, perché il lettore ha rilanciato la denuncia dato che lo stato delle cose non sembra cambiato e anzi la situazione potrebbe essere peggiorata visto il tempo trascorso da allora. Quotidianamente, o quasi, percorre quel viadotto, e come lui altre migliaia di persone, pendolari e non. «Non posso far finta di non vedere – spiega Franco Assenza -. L’Anas la scorsa estate disse che andava tutto bene, che non c’erano rischi, ma a me non pare». E viste le forti e abbondanti piogge che ci sono state negli ultimi mesi, che contribuiscono a rendere il terreno meno compatto e provocano smottamenti e frane lungo tutta l’autostrada (le cronache di questo inverno ne sono la prova), la paura di chi percorre questo viadotto è più che legittima. A maggior ragione alla luce di quanto successo sul viadotto Himera, dove una frana ha spostato un pilone costringendo a chiudere quel tratto dell’autostrada Palermo-Catania.
«Io sono di Vittoria, in provincia di Ragusa – aggiunge Assenza – Per anni, arrivare a Palermo è stato un calvario. Quando è crollato il ponte di Riesi anni fa e quello per Niscemi, siamo stati isolati. Dopo quattro anni è stato sistemato a seguito di sit-in e scioperi della fame. Se dovesse cedere anche questo ponte, sarebbe un nuovo calvario, per non parlare ovviamente e soprattutto del rischio per la vita delle persone. Volendo scongiurare una tragedia e guardando solo a un fattore pratico e logistico, per arrivare a Palermo ci troveremmo a dover passare per la vecchia strada per Agrigento ed entrare a Palermo da Corleone. Una follia. I ragusani, per arrivare puntuali a lavoro nel capoluogo di Regione o per trovare gli uffici regionali aperti, devono partire la notte del giorno prima. È mai possibile? Sa quanto tempo ci vuole? Quattro ore e 45 minuti di viaggio. Io mi chiedo, ma i vari onorevoli e politici che percorrono la strada e si recano a Palermo, non se ne accorgono?».
«Dalle foto si nota uno scollamento della base dei pilastri dal terreno – aggiunge Assenza -. È possibile infatti vedere i supporti interni di ferro. Non siamo tecnici né ingegneri, ma non risulta che recentemente, dopo le forti piogge, siano stati fatti dei sopralluoghi per verificare lo stato attuale dei pilastri e del viadotto».
MeridioNews ha contattato l’Anas per avere informazioni sulla situazione e poter dare risposte alle preoccupazioni dei cittadini preoccupati e che di certo non hanno dimenticato quanto accaduto lo scorso 30 dicembre sulla Palermo-Agrigento, quando il viadotto Scorciavacche ha ceduto, a soli dieci giorni dalla sua inaugurazione. Un cedimento dovuto a «carenze strutturali e costruttive».
Ieri poi il crollo di un pilone l’autostrada A19 che collega Palermo a Catania. Il cedimento è avvenuto al chilometro 61, tra gli svincoli di Scillato e Tremonzelli, in direzione del capoluogo etneo a causa di una frana. Secondo i primi risultati pare che il pilone si sia spezzato alla base e, inclinandosi, si sia adagiato sull’altra campata.
L’Anas ha spiegato a Meridionews che il viadotto di Resuttano – oggetto della segnalazione del lettore ragusano – «si trova a trenta chilometri di distanza dalla frana. Non ci risultano problemi o rischi». Tuttavia, precisano dall’ente: «Un progetto di sistemazione del tratto è quasi pronto».
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