Autorità portuale, Catania preferita ad Augusta Delrio smentisce Crocetta. «Ce l’ha chiesto lui»

«Si richiede che si individui quale sede dell’Autorità di sistema portuale del mar di Sicilia Orientale quella di Catania». Era questo il desiderio della Regione e, nello specifico, del suo presidente Rosario Crocetta. A renderlo noto è il ministero Infrastrutture e Trasporti, che oggi ha pubblicato una lettera, datata 12 settembre, con la quale il governatore chiedeva a Roma di scegliere il porto etneo, anziché Augusta come indicato dal ministero inizialmente, come base amministrativa dell’ente.

La disputa tra Catania e Augusta – le cui autorità portuali sono state accorpate nell’ambito della riforma nazionale – nei giorni scorsi ha trascinato nella polemica i principali partiti. Con il Movimento 5 stelle che, tramite il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, ha attaccato il ministro Graziano Delrio, colpevole di aver cambiato volontà, per venire incontro alle richieste di Enzo Bianco. «Roba da sfigati», ha detto il deputato pentastellato, durante la visita alla sindaca di Augusta Cettina Di Pietro, pure lei del M5s, che a sua volta ha annunciato la possibilità di impugnare il decreto ministeriale. 

Che la questione della sede dell’Autorità portuale sia qualcosa che vada oltre le formalità, rimandando a logiche di potere e possibilità di gestire centralmente le decisioni, è assodato. Quello che invece fino a oggi rimaneva poco chiaro era la posizione assunta in questa vicenda dalla Regione. Crocetta – poco dopo l’attacco di Di Maio e dei deputati nazionali siracusani in quota Pd, Sofia Amoddio e Pippo Zappulla – aveva dichiarato: «Mi dispiace essere tirato in ballo. L’organizzazione dei porti di interesse nazionale non è di competenza della Regione, quindi invito tutti a non chiedere al presidente di prendere parte a possibili conflitti tra città siciliane». Tesi che però viene smentita dal ministero. «La scelta su Catania è stata compiuta in seguito alla richiesta della Regione Siciliana, cui è stata data risposta positiva, specificando che si tratta di sede transitoria per un periodo di non più di due anni», si legge sul sito governativo.

Richiesta che Crocetta accompagna elencando una serie di motivazioni a sostegno, che in alcuni casi si ripetono più volte nella lettera. Ad esempio il riferimento alla vicinanza tra il porto di Catania e la stazione ferroviaria – raggiungibile «in meno di dieci minuti» -, o il richiamo allo status di Città metropolitana del capoluogo etneo. La concentrazione di infrastrutture – oltre la ferrovia, l’aeroporto, l’interporto e il distretto agrumicolo – è il motivo principale per cui, secondo la Regione, il ministero avrebbe dovuto considerare core, cioè strategico, il porto catanese. E Augusta? Sulla situazione del centro siracusano, Crocetta si sofferma poco, ricordando soltanto – con un eccesso di pessimismo – che è servito dall’«asse autostradale più carente a livello regionale».

A commentare la querelle è il professore di analisi delle politiche pubbliche, Giancarlo Minaldi, dell’Università Kore di Enna. «L’interesse a sviluppare il porto di Catania ha radici lontane nel tempo – dichiara a MeridioNews -. Oltre dieci anni fa si era ideato un piano regolatore per l’ampliamento, che poi è stato archiviato. Nell’ultimo periodo, invece, sono cresciute le spinte per far sì che quello etneo aumenti le potenzialità nel campo della ricettività turistica». Impegno che però, secondo Minaldi, inevitabilmente potrebbe sottrarre spazi alla capacità commerciale. «Quello che bisogna capire è come quest’ultima vocazione possa coniugarsi con una gestione del traffico merci, che invece avrebbero in Augusta un riferimento più forte». 

In tal caso per il docente se «è vero che Catania ha un sistema infrastrutturale più ricco», con ferrovia e aeroporto vicini, «è altrettanto giusto ragionare sull’attuale grandezza del porto e sugli interventi di riqualificazione di cui ancora oggi necessita». Riflessioni che in ogni caso difficilmente possano condurre a stabilire quale sia la sede più giusta per l’Autorità portuale. «Entrano in gioco diverse variabili. D’altra parte, lo scontro innescato dalle recenti decisioni segnala la scarsa comprensione, o peggio, accettazione, della logica sottesa alla riforma, confermando tristemente la riproduzione di logiche campanilistiche che nulla hanno a che vedere con la pianificazione integrata dello sviluppo», chiosa Minaldi.

In serata è arrivato il commento del sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo. «Delrio mi ha confermato il suo convincimento sul fatto che la sede debba coincidere con Augusta, in quanto di gran lunga superiore a Catania per infrastrutture e traffico merci – ha detto il primo cittadino aretuseo -. Salvo diverse indicazioni che sono arrivate dalla Regione e alle quali per legge ha dovuto attenersi».

Simone Olivelli

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