Autobus urbani ed extraurbani, scongiurati i tagli La Regione userà 50 milioni dell’accordo con Roma

Un impegno che, se rispettato, scongiurerà i tagli al trasporto pubblico locale. Il governo Musumeci davanti alle sigle sindacali e alle associazioni datoriali, garantisce che la riduzione di quasi il 50 per cento delle risorse destinate al settore non ci sarà. Gli assessori Marco Falcone (Infrastrutture) e Gaetano Armao (Economia) hanno spiegato stamattina che si attingerà ai Fondi di sviluppo e coesione per mantenere i servizi fino alla conclusione dell’anno, come da contratto. I cinquanta milioni di euro necessari deriveranno dall’accordo che Armao ha negoziato con il governo centrale a inizio maggio. Lo stesso accordo che dovrebbe garantire una boccata d’ossigeno alle ex province: si tratta, infatti, di 150 milioni di euro (quasi interamente Fsc, cioè fondi destinati agli investimenti), di cui cento – e questo già si sapeva – saranno destinati ai liberi consorzi e alle città metropolitane, mentre i restanti 50 – ed è questa la novità emersa dall’incontro di oggi – dovrebbero finire proprio al trasporto pubblico locale

L’allarme era scattato dopo la lettera inviata lo scorso 31 maggio dall’assessorato alle Infrastrutture ai Comuni e alle aziende che effettuano i servizi sulle linee extraurbane. In quel documento – come rivelato in anteprima da MeridioNews – si parlava di un congelamento del 47 per cento dei fondi a partire dal 1 luglio. In sostanza, un taglio da 48 milioni di euro, necessario a causa del mancato accordo con Roma sulla possibilità di spalmare 390 milioni di disavanzo del bilancio regionale su dieci anni (come chiedeva la Regione) anziché su tre (come impone il governo centrale). La comunicazione dell’assessorato ha fatto scattare la reazione di sindaci, aziende municipalizzate di trasporti, associazioni datoriali e sindacati. Tutti concordi nel sottolineare che sarebbe stata una catastrofe, a cominciare dai servizi per i cittadini. 

Stamattina la marcia indietro. Davanti alle commissioni Trasporti e Bilancio riunite, gli assessori Falcone e Armao hanno illustrato la soluzione che il governo intende perseguire. La disponibilità reale di questi 50 milioni è subordinata a due passaggi: l’approvazione in Parlamento del decreto crescita, dove è contenuto l’accordo Stato-Regione; e il recepimento dell’accordo a livello regionale attraverso un emendamento da presentare al Collegato (il documento che racchiude tutte le norme che non hanno trovato posto nella Finanziaria). Gli esponenti della giunta Musumeci hanno dato come orizzonte temporale la fine di giugno. 

«Si è compresa la tragicità della situazione, sarebbe stato insopportabile e ingestibile – spiega Antonio Graffagnini, presidente dell’Anav, l’associazione nazionale autotrasporto viaggiatori – Sappiamo che nel momento in cui l’Ars discuterà del Collegato ci saranno pressioni enormi da parte di altre categorie, ma vedendo come si sono esposti due autorevoli esponenti della giunta, spero che il governo Musumeci mantenga l’impegno. Noi – conclude – saremo particolarmente attenti». La linea che proverà a seguire la giunta sarà dare priorità alle spese inderogabili, quelle cioè legate a servizi sotto contratto, come appunto il trasporto pubblico locale. Anche per evitare di esporsi a eventuali ricorsi da parte dei privati, come già successo nel 2012 proprio per le autolinee.

Soddisfatti anche i sindacati presenti: Cgil, Cisl, Uil, Faisa Cisal, Fast Confsal, Orsa e Usb. Mentre Giacomo Bellavia, presidente dell’Azienda municipalizzata trasporti di Catania, preferisce aggiungere la parola «moderatamente». Il futuro del trasporto pubblico locale nel capoluogo etneo, d’altronde, non dipende solo da Palermo, ma anche dalle soluzioni che si riusciranno a trovare per tamponare le conseguenze del dissesto del Comune. «La riunione di oggi ci conforta – spiega a MeridioNews – ma noi aspettiamo anche risposte dall’amministrazione comunale che deve comunicarci se è in grado di portare avanti il servizio. Resta un grande punto interrogativo».

Salvo Catalano

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