Aurora D’Amico, giovane cantautrice siciliana, sta lavorando al suo secondo album in uscita quest’anno insieme al produttore Fabio Rizzo della 800A Records e Indigo Music. Si tratta del primo LP in cui saranno inseriti degli strumenti mai sentiti dal vivo. Del 2016 è il suo primo EP Barefoot, registrato in Inghilterra e che racconta storie di vita personali, tratto che ne caratterizza lo stile. Il genere musicale proposto è un misto tra folk e indie. Da dicembre 2016 è anche endorser del marchio Fender.
Aurora, sei a lavoro su un nuovo album. Raccontaci di questa avventura e come sei arrivata fino a qui.
Il lavoro al nuovo disco è ancora agli inizi, ma è già diventato una delle avventure più belle della mia vita. Da sempre amo l’aria che si respira in studio, e quella di Indigo è quasi surreale. Il percorso ovviamente non è stato facile, ma penso che gli step siano quelli che attraversino tutti i musicisti: dallo studio della musica, ai primi saggi scolastici, dalle numerose ore di prove, ai pub confusionari (o a volte desolati). Io ho iniziato a esibirmi in Sicilia nell’estate del 2015, e a distanza di un anno e mezzo posso dire che non rinnego nessuna di quelle fasi. Il mio primo festival è stato il Sensation Land di Valledolmo: tra band heavy metal e rapper locali, io ero l’unica ragazza che si sarebbe esibita in acustico. Ero terribilmente imbarazzata. Ma quando alla fine dell’esibizione alcuni ragazzi si sono avvicinati interessati, ho capito che dovevo portare le mie canzoni in giro.
Cosa pensi del contesto musicale palermitano e come pensi che una giovane come te possa realizzare il proprio sogno musicale?
Palermo è forse una delle città più ricche musicalmente. Non solo perché c’è tanta musica, ma perché c’è tanto studio della musica (e questo è il nostro punto forte). Abbiamo artisti che di giorno lavorano come insegnanti e di sera portano la loro arte in giro, dimostrando nella pratica cosa vuol dire essere musicisti. Sarò ripetitiva, ma penso che il sogno musicale si possa realizzare attraverso lo studio e l’attenzione dei dettagli. C’è tanta competizione oggigiorno, e a volte il talento naturale non è abbastanza.
Andresti mai ad un talent musicale? Cosa pensi del music business?
No, niente talent per me. Preferisco che siano le mie canzoni ad arrivare alle orecchie delle persone, piuttosto che la mia faccia nei loro televisori. Per me i talent sono un passatempo: danno sicuramente una grande visibilità, ma non costruiscono una carriera. E io mi voglio focalizzare per costruirne una solida. Non so cosa pensare del music business, ultimamente: spero solo che faccia un pò di spazio anche per me.
L’appuntamento è per domani sera al Garibaldi Books & Records alle 21.30.
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