Augusta, 80 giorni senza acqua potabile in centro Tra chi si incatena e chi fa lo sciopero della fame

Da circa due mesi e mezzo nel centro storico di Augusta manca l’acqua potabile. Per protesta, ieri mattina il cittadino augustano Francesco Disano si è incatenato fuori dall’ufficio tecnico comunale. Una reazione che si affianca allo sciopero della fame che, ormai da sette giorni, porta avanti Manuel Mangano, il presidente dell’associazione Bella storia e componente del Giovani democratici. «Continuerò a oltranza – dice il giovane a MeridioNews – finché tutti i miei concittadini non vedranno acqua pulita e potabile venire fuori dai loro rubinetti». 

Intanto, da 77 giorni, gli augustani che vivono nel centro devono fare i conti con una vera e propria crisi idrica. «In molte parti della zona l’acqua è ancora torbida, in alcune arriva a singhiozzo e in altre proprio non arriva – lamenta Mangano – E ancora non si parla di risarcimento né per i privati cittadini né per i commercianti». Baristi, ristoratori, parrucchieri si sono organizzati acquistando bidoni pieni d’acqua o limitando le proprie attività. «La situazione è esasperante, si deve trovare a stretto giro una soluzione», aggiunge. «Il silenzio non è strafottenza – puntualizza la sindaca di Augusta Cettina Di Pietro – ma solo mancanza di novità da comunicare». 

Ma come si è arrivati a questo punto? Tutto inizia lo scorso 25 ottobre con un’ordinanza sindacale di non potabilità dell’acqua, preceduta da giorni in cui dai rubinetti usciva un liquido torbido. Il problema riguarda il pozzo della villa comunale che alimenta tutto il centro storico, nel quale si sono verificate delle infiltrazioni di argilla. È il 9 dicembre quando dal Comune arriva l’avviso di utilizzare l’acqua solo per lo scarico igienico dei sanitari. I cittadini non solo non possono berla, non possono più nemmeno utilizzarla per lavarsi. «Il 13 dicembre abbiamo organizzato una manifestazione, a cui hanno partecipato oltre 500 persone, per chiedere spiegazioni – afferma Mangano – e siamo riusciti ad avere delle autobotti non solo per disabili e anziani, ma anche per tutti i cittadini che hanno la possibilità di riempire i serbatoi». 

La rete idrica ad Augusta fa acqua da tutte le parti. «Quando l’abbiamo riereditata dal privato che l’ha gestita per anni, era un colabrodo peggio di quando l’avevamo data in gestione», dice la prima cittadina che assicura che l’inizio dei lavori per la «rincamiciatura del pozzo sono previsti per il 20 gennaio». Un intervento che dovrebbe evitare le infiltrazioni di materiali dal sottosuolo, come è stato in questo caso con l’argilla. «Lo avevamo già messo in conto a settembre – sostiene Di Pietro – poi, però, la situazione è precipitata e abbiamo dovuto agire in emergenza». Per correre ai ripari, il piano di emergenza ha previsto il collegamento del pozzo dell’isola (la zona del centro storico) con uno privato, «quello dei fratelli Tringali che fornisce 42 litri di acqua al secondo – spiega la sindaca – Una quantità che potrebbe essere sufficiente se non ci fossero delle perdite nella rete». 

Già, perché sul bagnato ci piove. In un primo momento, infatti, manca l’allaccio dei contatori da parte dell’Enel. Dopo l’intervento del prefetto, il problema viene superato. Ma subito se ne palesa uno nuovo: «La pressione non è sufficiente per fare arrivare l’acqua anche nella parte più alta della zona, che è circa un terzo del territorio interessato – ammette la prima cittadina – L’unica soluzione, a questo punto, è stata riattaccare anche le pompe del pozzo dei giardini pubblici e miscelare l’acqua per aumentare la quantità». Quantità a scapito, però, della qualità: l‘acqua mischiata diventa di nuovo torbida e non è quindi potabile

Un’altra soluzione temporanea che è stata trovata è «collegare il pozzo della villa con quello della zona della Borgata – illustra la sindaca – ma stiamo procedendo a tentativi per reperire un motore che sia adatto a pompare l’acqua in quantità giusta per il fabbisogno». Un escamotage che potrebbe funzionare, almeno finché i lavori al pozzo interessato dalle infiltrazioni non saranno completati. «Il punto è che lavorare in emergenza non è semplice – ammette la prima cittadina – anzi è come giocare con una roulette russa. Per questo ho già dato mandato di affidare a una ditta specializzata la realizzazione della mappatura della rete idrica nel sottosuolo – conclude – per potere intervenire in modo tempestivo e non a tentoni in caso di eventuali futuri problemi di questo di tipo». 

Marta Silvestre

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