Auguri di buon 2014 ai lettori di LinkSicilia!

SARA’ UN ANNO MIGLIORE DEL 2013? SPERIAMO. ANCHE SE I SEGNALI CHE COGLIAMO, DA BRUXELLES A ROMA, DICONO L’ESATTO CONTRARIO. IN SICILIA, INVECE, UNA SPERANZA C’E’: MANDARE A CASA IL GOVERNO DI ROSARIO CROCETTA PER LIBERARE LA NOSTRA REGIONE DA UN PERSONAGGIO CHE STA ARRECANDO SOLO GRANDI DANNI ALLA NOSTRA ISOLA

Intanto auguri ai lettori di LinkSicilia. Auguri sinceri, perché ne abbiamo tutti bisogno. Viviamo un momento difficile. In un mondo dove vanno in scena cambiamenti non sempre positivi. Dove crescono discordia e povertà. E dove aumentano le guerre che in Italia si chiamano “missioni di pace”.
L’anno vecchio se n’è andato. Per l’Italia è stato un anno orribile. Il secondo anno di Bilderberg. Il primo anno-Bilderberg – il 2012 – ce lo siamo ‘sciroppati’ con il disastroso Governo di Mario Monti. Il secondo anno-Bilderberg entra con al ‘Timone’ Enrico Letta, meno arrogante, ma non meno dannoso, di Monti.
Letta non durerà ancora molto a Palazzo Chigi. L’ha fatto capire a chiare lettere il nuovo segretario del PD, Matteo Renzi.
Letta o Renzi, ci piacerebbe capire che cosa ci attende in questo 2014. A noi piacerebbe essere ottimisti. Cerchiamo di essere ottimisti. Ma abbiamo la sensazione che di cambiamenti in positivo ce ne saranno pochi.
All’orizzonte non vediamo grandi cambiamenti in Europa. E non ne intravediamo in Italia. C’è molta retorica. Tanta disinformazione. Tanto conformismo. Tanti leccaculo del potere. A Roma come in Sicilia.
Ci dispiace contraddire la mentalità convenzionale che dà per scontata l’inizio della ripresa economica in Europa. Bene. Se ripresa ci sarà, sarà visibile. Aumenteranno i consumi e diminuirà l’occupazione. Ma questo potrà avvenire se ci sarà una secca riduzione della pressione fiscale.
Ma noi abbiamo la sensazione che l’Europa sia ancora quella del rigore economico. Noi abbiamo la sensazione che, in Italia, le tasse aumenteranno, i consumi continueranno a scendere, la disoccupazione continuerà a crescere e la povertà continuerà ad aumentare.
Certo, potrebbe avvenire l’esatto contrario. Per far ciò il Governo nazionale dovrebbe ridurre drasticamente la pressione fiscale e avviare un massiccio intervento dello Stato nell’economia. Ma una scelta del genere non dipende più da noi.
L’Italia, oltre ad aver perso la sovranità monetaria con l’avvento dell’euro, ha perso anche la sovranità sul proprio bilancio interno, che con il Two Pack è passato nelle mani di Bruxelles. In piu’ c’ìè da pagare la ‘rata’ 2014 del Fiscal Compact: 50 miliardi di euro all’anno per i prossimi vent’anni se vogliamo restare nell’euro.
Nei fatti, chi parla di “sviluppo” con un’Italia prigioniera del Two Pack e del Fiscal Compact non ha chiari i parametri dentro i quali il nostro Paese è stato ‘costretto’.
Ormai “siamo in altre mani, liberati dalla libertà”, per dirla con Saul Bellow. Al di là della retorica, non siamo più padroni del nostro futuro. Ci siamo consegnati, mani e piedi, a un’Unione europea di fanatici.
In questi giorni i più ‘intelligenti’ – con un ottimismo alla Pangloss – si beano del fatto che lo spred è a 220-230 punti. Il dramma è che queste persone non capiscono che per tenere lo spread a 220-230 punti dobbiamo avere i consumi bassi, la disoccupazione alle stelle, le imprese che chiudono i battenti, gli imprenditori che si tolgono la vita, le mense della Caritas affollate non soltanto da poveri (in spaventoso aumento!), ma anche da pensionati che fino a due anni fa arrivavano tranquillamente alla fine del mese e che ora non ci arrivano più perché debbono pagare l’Imu, la Tares e le altre tasse in aumento.
Purtroppo i cialtroni che ci governano – e quelli che li appoggiano – queste cose fanno finta di non vederle. S’interromperà questa spirale del sottosviluppo? Noi speriamo di sì. Ma siamo pessimisti. Perché, fino ad ora, lo spread è servito per far star bene alcuni – in primo luogo i tedeschi e i francesi – e male altri (Grecia, Italia, Spagna, Portogallo).
E la Sicilia? Forse c’è una speranza: la speranza di mandare a casa l’attuale presidente della Regione, Rosario Crocetta.
Da oggi sono scaduti i contratti dei precari. Certo, nella Finanziaria c’è un articolo da 300 milioni di euro che proroga i contratti. Ma questo articolo di legge – insieme con la legge Finanziaria – avrebbe dovuto essere approvato entro il 31 dicembre del’anno che ci siamo lasciati alle spalle. In questo momento non c’è una legge.
Che significa questo? Semplice. Che, da domani, i Sindaci siciliani che consentiranno ai circa 30 mila precari – e non 18 mila e 500! – di recarsi al lavoro si assumeranno una grande responsabilità. Personale. Perché il contratto scaduto non tutela i lavoratori precari nl caso di problemi. Li tutelano i Sindaci di tasca propria.
Fatta questa breve digressione – e ricordato che, a nostro avviso, impegnare 300 milioni di euro per la proroga di un anno per questi precari è una follia: dovrebbe intervenire lo Stato o l’Unione europea istituendo il salario minimo garantito – il Parlamento siciliano ha una grande possibilità: mandare a casa un Governo che ha dimostrato di essere ben peggiore di quello di Raffaele Lombardo.
Quello che scriviamo può sembrare paradossale: il primo Partito ad avere convenienza nel mandare a casa il presidente Rosario Crocetta e i suoi assessori è il PD. Perché con Crocetta a Palazzo d’Orleans, rimpasto o non rimpasto, la Regione andrà indietro. E il Partito Democratico pure. Prima si concluderà questa disastrosa esperienza – fallimentare in tutto – prima il PD metterà in sicurezza i propri voti. Più tempo passerà, più voti guadagnerà il Movimento 5 Stelle, che è il vero, unico soggetto politico interessato a temere in piedi il Governo Crocetta.

 

Redazione

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